Sciopero generale contro il Governo italiano

Sciopero generale contro il Governo italiano
Ieri, 11 ottobre, in tutta Italia si è tenuto lo sciopero generale. Uno sciopero a cui hanno aderito decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori che fanno riferimento al sindacalismo di base e che in Sicilia ha dato vita alle piazze di Palermo, Catania e Messina.

Una giornata che ha visto insieme donne e uomini, giovani e meno giovani a portare avanti diverse vertenze, che si sono riconosciuti nelle parole d’ordine della giornata: diritto al lavoro e al reddito, diritto a vivere dignitosamente.

 

Palermo, Messina e Catania

A Palermo in diverse centinaia si sono radunati in piazza Politeama dalle 9:30 e hanno marciato in corteo fino alla Prefettura, passando per via Cavour. Un tratto piccolo che, però, ha interessato arterie fondamentali del centro cittadino causando non pochi disagi alla circolazione. Presenti in piazza lavoratori dei trasporti e della scuola, gli assistenti igienico-personali degli studenti disabili, braccianti agricoli, disoccupati e studenti.
Arrivati davanti la Prefettura una delegazione ha incontrato il viceprefetto e depositato le rivendicazioni dello sciopero.

A Catania il corteo è partito alle 9:30 da piazza Borgo e ha raggiunto anche qui la Prefettura, bloccando per ore le vie principali della città. Come a Palermo, una piazza composita con lavoratrici e lavoratori di diversi settori come trasporti e scuole che hanno portato in piazza le loro vertenze. E poi disoccupati e studenti. Gli interventi al megafono hanno ribadito l’importanza di avere, dopo anni, organizzato uno sciopero unitario indetto da tutto il sindacalismo di base, come unica risposta possibile all’attacco del governo Draghi.

A Messina invece, sempre dalle 9.30, si è tenuto un presidio sotto la Prefettura. Qui erano presenti prevalentemente rappresentanze dei lavoratori dei trasporti dell’ATM (Azienda Trasporti Messina) e del CAS (Consorzio Autostrade Siciliane). Si è sottolineata l’importanza di garantire lavoro, salario e stabilità lavorativa per combattere disoccupazione e precarietà, attraverso la riduzione dell’orario di lavoro, soprattutto in tutti quei contesti in cui facilmente si fa uso di straordinari.

 

Generalizzare lo sciopero

Oltre la cronaca volevamo provare a fare qualche valutazione a tiepido sulla giornata di ieri. Di sicuro non ci siamo ritrovati davanti a piazze oceaniche, in particolare in Sicilia. Ma questo non è dato che deve fare scoraggiare. Al contrario, crediamo che in tutto il paese si respiri un clima di insofferenza e rabbia che potrebbe esplodere da un momento all’altro.
Lo sciopero generale di ieri può e deve diventare uno sciopero generalizzato su temi di carattere generale ma che indichino in maniera chiara quale sia la controparte. L’autunno di mobilitazioni è appena iniziato e bisogna alimentarlo per costruire l’opposizione al Governo nazionale e alle sue politiche di impoverimento.
Bisogna tornare in piazza contro il carovita, l’aumento di bollette e carburante e contro il greenpass obbligatorio nei luoghi di lavoro. E bisogna farlo prima possibile.

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