4D in Andalusia: «per la nostra terra, per il nostro Popolo». Cronache da Siviglia
Domenica, 4 dicembre 2022, si è celebrato a Siviglia quello che è conosciuto come il Día de la bandera de Andalucìa (giornata della bandiera andalusa). Un momento fondamentale per tanti motivi. Il primo il recente riconoscimento di questa giornata come Dia de la Andalucìa (rivendicata dai principali partiti indipendentisti andalusi) ma soprattutto perchè ha visto in piazza più di 6.000 persone che al grido Por nuestra terra, por nuetro pueblo ha denunciato lo stato di crisi in cui versa il territorio andaluso e rivendicato l’indipendenza e il potere di decisionalità per il proprio popolo.
Il 4 dicembre, infatti, ricorda la massiccia mobilitazione degli andalusi scesi in piazza per chiedere l’indipendenza nel 1977.
Di seguito riportiamo una intervista alla portavoce di Adelante Andalucia Sevilla e consigliera comunale, Sandra Heredia Fernández.
Cosa rappresenta il 4 dicembre in Andalusia?
Il 4 dicembre 1977 simboleggia l’irruzione, non attesa, non diretta, delle grandi maggioranze dell’Andalusia con una forte coscienza politica di popolo, reclamando il diritto di emancipazione e di decisionalità. Il 4D ha significato e deve continuare a significare la contestazione a un regime di dominio che ha mantenuto l’Andalusia come Sud politico e periferia economica, considerata solo come luogo di turismo e zona di sacrificio. Il 4 dicembre ha rappresentato e rappresenta la volontà politica di costruire una propria voce, del diritto di decidere e di farci carico del nostro destino di popolo.
Non possiamo tuttavia ignorare il nostro presente, dopo il tradimento dello spirito di quel 4 dicembre. Oggi, i comuni e i quartieri più poveri dello Stato sono in Andalusia; la turistificazione selvaggia distrugge il nostro Patrimonio Naturale e Culturale; l’intensificazione dell’estrattivismo, come forma di appropriazione della ricchezza, sta provocando il degrado dei nostri suoli, l’inquinamento delle acque e la disoccupazione. La stessa carenza di posti di lavoro che costringe molti giovani andalusi ad emigrare. Nel frattempo, vengono smantellati i servizi pubblici essenziali, come la sanità, l’istruzione o i servizi sociali, che garantiscono diritti fondamentali. Di conseguenza, aumenta la disuguaglianza, la povertà e la precarizzazione della maggioranza del popolo andaluso.
L’Andalusia che, come dice il nostro inno, è sempre stata terra di pace e di speranza, viene invece utilizzata come piattaforma militarizzata per attaccare altri popoli, inserendoci così nell’industria della morte, quando pensiamo e ci sentiamo un popolo di pace e di vita.
Cosa chiede, dunque, il Popolo andaluso?
Chiediamo un modello economico organizzato secondo una logica diversa dall’attuale logica della mercificazione, della spoliazione e della dipendenza, e rispettosa del nostro patrimonio naturale, sia in ambiente rurale che urbano, che promuova il cooperativismo trasformativo e ponga realmente al centro la cura della vita.
Per la costruzione di una Andalusia libera, sovrana, padrona del proprio destino, abbiamo bisogno e rivendichiamo sovranità (indipendenza) e decisionalità su quanto ci riguarda, impedendo che altri, e in altre istanze lontane dall’Andalusia, continuino a decidere per noi e contro di noi, andaluse e andaluse.
Cosa significa il 4 dicembre oggi
Questo 4 dicembre, ha un’importanza speciale per i e le andaluse. Fondamentalmente per quattro ragioni che confluiscono nel fatto che quest’anno dobbiamo valorizzare il peso politico dell’andalusismo nella configurazione di un nuovo orizzonte andaluso per la nostra società e le prossime generazioni.
In primo luogo perché si svolge, dopo elezioni autonome, dove l’andalusismo di sinistra ha ripreso la parola. Adelante Andalucía ha ottenuto una rappresentanza istituzionale portando in parlamento le nostre due deputate andaluse: Teresa Rodriguez, Portavoce Nazionale e Maribel Mora. Questo è importante per la nostra organizzazione ma anche per l’insieme delle lotte sociali, territoriali ecologiste, culturali e femministe che vengono rappresentate nelle istituzioni andaluse attraverso le nostre due deputate. Portare la voce degli andalusi nelle istituzioni, rappresentare i conflitti, essere accanto a, da e con è stata la strategia tracciata dalla nostra organizzazione che ha portato le nostre due deputate in tutte le città, quartieri, villaggi, comarche e territori del paese dando visibilità, approfondendo e allargando la voce di coloro che lottano dal basso.
Nuovo ciclo di riconoscimento istituzionale
In secondo luogo, è un 4 dicembre che assiste ad un nuovo ciclo di riconoscimento istituzionale di tutto ciò che rappresenta quel giorno per la nostra terra. In parte per la comparsa di un nuovo andalusismo sociologico e per l’irruzione nel terreno politico e istituzionale della nostra scommessa, le istituzioni andaluse come il governo della Junta de Andalucía e il Parlamento andaluso, sono stati costretti a compiere un riconoscimento di quanto accaduto quel 4 dicembre e che ha segnato i destini del nostro popolo e il nostro orizzonte come società.
Essere, essere insieme, essere per le strade ed essere nelle nostre istituzioni.
Quel 4 dicembre che ha dato luogo al 28 febbraio, al paese delle autonomie, all’andalusismo trasversale accolto da tutte le forze politiche andaluse. Le istituzioni andaluse aprono un nuovo ciclo di riconoscimento intorno al 4 dicembre, proclamando questo giorno come il giorno della bandiera, incoraggiando la diffusione e la divulgazione di materiali storici e pedagogici nelle scuole andaluse. Anche le istituzioni andaluse aprono un ciclo di riconoscimento, riparazione e memoria democratica decodificando i documenti relativi a Manuel José García Caparros.
La sinistra andalusa deve mettere in valore il compito di irrompere nello spazio pubblico con un progetto che ha messo l’Andalusia al centro del dibattito politico e mediatico. Abbiamo costruito un nuovo orizzonte andaluso, l’orizzonte andaluso della nostra epoca. Dobbiamo anche valorizzare la formulazione di un nuovo andalusismo con carattere trasformativo, democratizzante, ecologista, femminista che le forze del regime non potranno mai occupare. Per questo è compito di Adelante Andalucia tendere lo spazio mediatico verso l’andalusismo di classe, verso la trasformazione sociale dell’Andalusia.
Oggi come il 1977
In terzo luogo, è un 4 dicembre speciale per gli andalusi e le andaluse perché, come quel giorno del 1977, l’andalusismo sta avendo la capacità di interpellare l’insieme dei popoli dello Stato. Quel 4 dicembre la società andalusa uscì in strada per affermare come popolo la sua volontà di essere, di riappropriarsi del suo destino contro tutte le politiche di Stato che pretendevano di costruire uno Stato di nazionalità di prima e di seconda. Questo 4 dicembre assistiamo ad uno scenario in cui l’andalusismo riprende a dialogare con l’insieme delle forze politiche indipendentiste presenti in Spagna in forma orizzontale, dialogando, costruendo e rafforzando legami confederali, egualitari e di mutuo riconoscimento. Raccogliamo così l’eredità di tutto il lavoro svolto dalla nostra senatrice
Pilar González al Senato, ma inoltre lo proiettiamo ora al Congresso dei deputati costruendo proposte che mettano gli andalusi al centro dell’economia politica dello Stato, insieme alle compagne e compagni del Blocco Nazionalista Galego, Compromis, Teruel Esiste o le Candidature d Unitat Popular. Inoltre Adelante Andalucía ha costruito ponti con le comunità andaluse nella diaspora, nella cosiddetta nona provincia andalusa, con le CUP che celebrano e ricordano il nostro 4 dicembre a Barcellona.
Andalusismo: storia del futuro
In quattro luoghi noi andalusisti dobbiamo essere orgogliosi che questo 4 dicembre si ricostruisca lo spirito delle marce per il 4 dicembre che hanno unito l’andalusismo sociale, sindacale, femminista, ecologista, La Comunità europea ha un ruolo importante da svolgere nel l’ambito della cooperazione politica, politica, giovanile e culturale che nel l’ultimo decennio ha percorso le città del l’Andalusia nella più grande proposta unitaria della sinistra andalusa degli ultimi cinquant’anni. Le marce unitarie del 4 dicembre fanno parte dell’eredità politica della sinistra andalusa. Dopo diversi anni in cui le tensioni interne delle sinistre in Andalusia non lo avevano permesso, quest’anno abbiamo ricostruito una voce unitaria, una marcia collettiva, diversa, di uguaglianza dei diversi sotto la parola d’ordine di una Andalusia Libera. Le manifestazioni del 4 dicembre sono anche la casa comune dell’andalusismo, il luogo di (ri)incontro, di (ri)definizione e di (ri)costruzione dell’orizzonte andaluso.
Il 4 dicembre 1977 è patrimonio politico della sinistra andalusa. Non solo patrimonio storico, è un’eredità di presente, è una storia del futuro. Quel 4 dicembre abbiamo scritto il futuro. Noi, senza essere stati e accanto a coloro che erano e non ci sono più. Abbiamo detto, diciamo e diremo: l’Andalusismo è una storia del futuro.