In centinaia a Palermo per difendere l’agricoltura Siciliana.
Stamattina, centinaia di agricoltori e allevatori da tutta la Sicilia hanno raggiunto Palermo per sfilare in corteo da piazza Marina fino alla Prefettura. Una manifestazione di protesta contro le politiche dello stato centrale e del governo regionale. Politiche che, da quanto riportano i partecipanti alla manifestazione, stanno distruggendo l’agricoltura e impedendo a migliaia di agricoltori e allevatori siciliani di lavorare al meglio delle condizioni.
Sono arrivati da Castel di Lucio (ME), Capizzi (ME),Tortorici (ME), San Mauro Castelverde (PA),Valledolmo (PA), Montemaggiore Belsito (PA), Salaparuta (TP), Troina (EN) e tanti altri paesi delle province siciliane dove l’agricoltura resiste ma è evidentemente sotto attacco. Un attacco mosso da una casta politica che negli ultimi anni ha palesemente agevolato l’avanzare delle multinazionali a svantaggio dei produttori locali. «Ci ritroviamo a competere con multinazionali che possono liberamente vendere i loro prodotti quasi a costo zero», dice Carmelo Galati Rando, vice presidente dell’Unione allevatori Sicilia. E continua: «E dobbiamo pure fare i conti con una burocrazia regionale che, con le sue lungaggini, blocca di fatto l’arrivo dei finanziamenti della comunità europea destinati agli allevatori e agli agricoltori Siciliani. Questi finanziamenti sono bloccati dal 2015 per un valore di 55 milioni di euro. L’ultima zappa sui piedi è arrivata con la nuova normativa antimafia che allunga ancora di più i tempi necessari per rinnovare le certificazioni che servono agli agricoltori per poter lavorare».
Un corteo rumoroso di siciliani incazzati con bandiere della Sicilia e striscioni, uno dei quali diceva “La mafia non abita nelle campagne ma nei palazzi del potere”. Proprio per rispondere alle difficoltà causate dalla normativa antimafia. Altri striscioni contro l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA), l’organismo addetto alle erogazioni dei fondi provenienti dalla comunità europea, proprio quelli che tardano ad arrivare. Il corteo si è concluso alla prefettura dove una delegazione è stata ricevuta per riportare le richieste dalla piazza al prefetto affinché faccia pressioni sugli enti regionali competenti.
Tra i manifestanti c’è la convinzione che la politica di palazzo non può cambiare questa situazione e l’unica mossa che resta da fare è reagire attraverso pratiche di lotta che mettano realmente con le spalle al muro coloro che decidono per tutti ma per gli interessi di pochi. Alcuni ricordano proprio le manifestazioni dei Forconi che nel 2011 bloccarono per interi giorni la Sicilia. Proprio perché a quelle manifestazioni parteciparono e sanno che solo attraverso forme di blocco della produzione e dei trasporti come quella possono imporre scelte e decisioni che la politica istituzionale ha espropriato agli abitanti della Sicilia. Ma che i Siciliani si vogliono riprendere.