Catania: bloccato lo sgombero delle famiglie ordinato dal Policlinico. La casa è un diritto!

Catania: bloccato lo sgombero delle famiglie ordinato dal Policlinico. La casa è un diritto!
«In pandemia non pensate ai soldi, la casa è un diritto», riporta lo striscione simbolo della mobilitazione permanente che la scorsa settimana ha visto coinvolte le famiglie di un immobile situato in via Gallo, 4 a Catania.

Quest’ultimo fu donato nel 1970 da un’anziana prossima alla morte, Gaetana Carbonaro, all’azienda ospedaliera del Policlinico che sin da subito se ne disinteressò.  Da quel momento le famiglie che vi entrarono se ne sono prese cura, ristrutturandolo e mettendolo in sicurezza a loro spese tramite lavori di manutenzione straordinaria e ordinaria.

 

Un fronte unico con le famiglie

Dopo anni di silenzio, l’ospedale si fa vivo solo nel 2006 tramite una sentenza che chiede che gli abitanti di quel posto lascino lo stabile. Inizia così un gioco in cui la dirigenza si mostra prima favorevole alle proposte di locazione e poi ritratta. Gioco che continua da anni fino all’ultimo rifiuto categorico di 10 giorni fa che chiedeva il rilascio immediato degli appartamenti.

Si è costruito un fronte unico insieme alle famiglie che ha ribadito a gran voce: la casa è un diritto e come tale va difeso e garantito! Un messaggio chiaro inviato al direttore generale dell’azienda ospedaliera, nonché firmatario della sentenza di sgombero, il dott. Gaetano Sirna. Lo stesso, che la scorsa settimana dichiarava: «pur comprendendo lo stato di necessità delle famiglie, l’azienda ospedaliero universitaria non intende tollerare alcuna situazione di illegalità nella gestione dei beni appartenenti al proprio patrimonio».

 

L’ultimo avviso di sgombero e la protesta

Ed è per questo che venerdì, le famiglie insieme al Comitato Reddito-Casa-Lavoro e a diverse forze politiche della città, hanno organizzato un presidio proprio al Policlinico sotto la sede del dirigente per chiedere quali fossero le priorità di un’azienda ospedaliera in tempi di pandemia. Ricordiamo, infatti, che lo stato di emergenza sanitaria è stato prorogato e Catania risulta prima provincia di Sicilia per numero di contagiati. Ed è la stessa città in cui sono state chiuse 5 strutture ospedaliere, diversi reparti sono stati riconvertiti, i posti letto in reparti medici sono sopra la soglia di saturazione, mancano terapie intensive e il personale sanitario è di nuovo sotto pressione.

«E l’azienda ospedaliera che fa? Sgombera quattro famiglie?», recita uno dei cartelloni che tiene in mano una delle abitanti. Dopo il presidio, si è svolto il tavolo in prefettura che vedeva tra le parti coinvolte, oltre il Dott. Sirna, anche (da ieri di nuovo l’ex) sindaco Salvo Pogliese.

I diversi momenti di lotta della scorsa settimana hanno permesso di mettere alla luce la vergognosa vicenda e di rinviare lo sgombero a luglio.

 

Diritto alla casa garantito per tutti e tutte

Lara Torrisi del Comitato Reddito-Casa-Lavoro dichiara: «Scendere in piazza e nelle strade per tutta la settimana ha permesso agli abitanti di dimostrare che la palazzina è un’esperienza da difendere con le unghie e con i denti. Questa vicenda surreale ci fa capire ancora una volta come l’emergenza abitativa deve essere una questione prioritaria per chi ci governa. Il rinvio è stato un piccolo passo in avanti, ma questo non basta. Viviamo in una città in cui non abbiamo misure pubbliche che affrontino la questione abitativa, abbiamo una forte carenza di alloggi popolari, lunghe liste d’attesa bloccate e tantissimi beni pubblici abbandonati. Inoltre, dall’1 gennaio lo sblocco degli sfratti ha messo 10000 famiglie in situazione di precarietà e insicurezza – continua – In attesa della risposta alla nuova proposta di regolarizzazione, abbiamo annunciato una mobilitazione permanente contro sfratti e sgomberi perché non possiamo permetterci di abbassare la guardia durante un momento così delicato e di profonda crisi. Pretendiamo che da questa esperienza di via Gallo, si crei una spinta che metta al centro delle questioni politiche soluzioni dignitose e concrete per tutte le persone che rischiano di rimanere senza una casa.»

Dunque, la vicenda non finisce qui. E le famiglie insieme a diverse anime della città sono determinate a lottare affinché il diritto alla casa sia difeso e garantito per tutti e tutte.

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