RAM, vertenza ex Sicem: dopo i picchetti e lo sciopero, l’incontro tra le parti

RAM, vertenza ex Sicem: dopo i picchetti e lo sciopero, l’incontro tra le parti
Sono ancora in stato di agitazione i lavoratori ex Sicem. La settimana scorsa hanno dato inizio a un picchetto permanente davanti la Raffineria di Milazzo (RAM) e coinvolto tutti i lavoratori dell’indotto che hanno deciso, in solidarietà, di scioperare. L’obiettivo è assicurarsi che i vertici della RAM rispettino le promesse fatte: fare riassumere dalle società subentranti tutti i lavoratori licenziati dalla Sicem a causa della cessazione del contratto di appalto con la Raffineria.

23 e 24 marzo incontro tra le parti

Solo nella giornata di oggi la protesta è andata in pausa in attesa dell’esito dell’incontro che si terrà domani e dopodomani presso la sede messinese di Sicindustria a cui parteciperanno i vertici RAM, i sindacati e le tre aziende che si sono aggiudicate gli appalti. In quell’occasione i lavoratori presenzieranno in massa fuori dalla sede degli industriali per fare sentire la propria presenza e mettere pressione affinché le loro richieste vengano accolte.

Senza stipendio da ottobre e senza certezze per il futuro

È importante ricordare che i lavoratori per cui è stata aperta una procedura di licenziamento sono 150 e circa 130 sono già senza lavoro dall’1 Gennaio. Tutti quanti, invece, aspettano ancora gli stipendi di Ottobre, Novembre e Dicembre.

«Ci è stato promesso in diverse occasioni, dai vertici RAM, che neanche un posto di lavoro sarebbe stato perso, confermando la riassunzione nei tempi più brevi possibili. Al momento si sta verificando una fase di stallo, poiché le proposte di riassunzione riguarderebbero solo 70 unità, al fronte del numero ben più elevato di licenziati – affermano i lavoratori».
Per questo i lavoratori hanno deciso di organizzare il picchetto permanente organizzandosi in turni per garantire h24 una presenza davanti l’ingresso della fabbrica. Una forma di protesta per dare visibilità alla loro vertenza, sostenuta da tutti i lavoratori delle altre ditte dell’indotto, consapevoli che da qui a poco potrebbe toccare loro la stessa sorte.

Avviare le bonifiche per garantire i livelli occupazionali

L’obiettivo della Raffineria sembra, infatti, essere quello di utilizzare i cambi appalto per creare ancora più frammentazione tra i lavoratori, ridurre i costi del lavoro e con questi i diritti e garanzie conquistate negli anni con le lotte. Anche a questo si riferisce lo striscione che i lavoratori espongono durante i picchetti che riporta la scritta «i lavoratori non sono usa e getta».

Ma questo a una società partecipata al 50% da una controllata dello Stato Italiano, come Eni, non può essere permesso. Fin quando si continueranno a produrre profitti nel nostro territorio, dovranno essere garantiti livelli occupazionali e qualità del lavoro adeguati. E questo lo si può fare avviando da subito le bonifiche di cui il territorio necessita.

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