Gela, Catania, Lentini. La questione dei rifiuti è una questione di decisionalità
“Capito? Gela non sarà una pattumiera, ma una super-pattumiera!”. È con questo amaro sarcasmo che alcuni cittadini di Gela commentavano le parole di un rappresentante di Asja Ambiente chiamato a intervenire qualche giorno fa in consiglio comunale a proposito del nuovo impianto di smaltimento rifiuti da costruire in città.
Gela super-pattumiera di Sicilia
Al di là dei banchi del consiglio comunale e delle barriere di plexiglas che schermavano consiglieri, tecnici e docenti universitari, decine di cittadini hanno ascoltato la descrizione del progetto proposto dai giganti dell’energia.
Si è scoperto in quella occasione quindi che il progetto si basa su tecnologie all’avanguardia, ultramoderne e “sostenibili” che, certo, porteranno la spazzatura da tutta la Sicilia a Gela con decine di tir, treni e navi ogni giorno, ma che – secondo i proponenti – valorizzeranno le competenze e le vocazioni del territorio, diventando un fiore all’occhiello per la regione.
Non una pattumiera qualunque insomma, riassumevano efficacemente in sala, ma una super-pattumiera tecnologicamente avanzata.
Queste narrazioni mistificatrici sono tutt’altro che nuove e riguardano purtroppo anche altri territori siciliani costretti a fare i conti con i più aggressivi e spregiudicati affaristi e con la più miope e criminale classe politica. Lo sanno bene in costa orientale, dove la combinazione di questi due elementi ha contribuito a produrre i risultati che vediamo in scena per le strade di Catania e nella “filiera della munnizza” di Lentini.
Catania sommersa dai rifiuti
Come è ormai noto, la città etnea, letteralmente sommersa dai rifiuti urbani, è in balia di continue “emergenze” causate da un sistema di gestione privo di progettualità e dipendente – come altre centinaia di comuni siciliani – dalla mega discarica di grotte San Giorgio al confine con Lentini.
Tra scarica barile e rimpalli di responsabilità, negli ultimi mesi la città ha toccato picchi di invivibilità senza precedenti, accumulando tonnellate di spazzatura su strada e facendo temere conseguenze di tipo sanitario.
Eppure, Palazzo degli Elefanti non sembra molto impensierito da questi recenti avvenimenti. Forse perché – a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca – continua a considerare percorribile la strada dell’inceneritore nella zona industriale.
Che si rassegnino però: nonostante questo tipo di impianti raccolgano le simpatie di coloro che fiutano sporchi profitti, l’inceneritore è ben lungi dal risolvere qualunque problema legato al ciclo dei rifiuti. È vero piuttosto il contrario. Come ampiamente dimostrato, infatti, gli inceneritori sono nemici dell’economia circolare e spesso – come in un circolo vizioso – rendono più difficile ridurre la produzione di rifiuti, vincolando i comuni che li ospitano a soglie fisse di rifiuti da conferire. Insomma, la storia è sempre la stessa: chi crede alla favola dell’inceneritore come panacea di tutti i mali, è in totale malafede.
Sia a Gela che a Catania, le due città in cui, sulla base all’avviso di Musumeci, dovrebbero sorgere questi nuovi impianti di smaltimento, i cittadini si sono già mobilitati e intendono continuare a farlo. Mentre a Gela continuano i banchetti informativi e di raccolta firme per mettere al corrente la popolazione sul progetto di Asja Ambiente, a Catania un centinaio di cittadini hanno bloccato il consiglio comunale che avrebbe deliberato un aumento della TARI del 18%.
Tavolo tecnico comunale sui rifiuti a Lentini
Come sempre, al silenzio e nella complicità della politica si stanno contrapponendo le proposte e le lotte dei territori che vogliono creare modelli di gestione alternativi e sviluppare esperimenti di partecipazione che sembrano sempre più necessari. È il caso di Lentini, dove solo qualche settimana fa è arrivata notizia della costruzione di una nuova discarica in contrada Scalpello. Anche qui è stata immediata la reazione di comitati e associazioni, che dopo un’assemblea, hanno ottenuto di avviare un tavolo tecnico comunale sui rifiuti che affronti il problema in maniera organica e strutturata, ponendosi l’obiettivo dell’aumento della differenziata, della riduzione dei costi di gestione e che metta al centro le esigenze degli abitanti Il tavolo tecnico sui rifiuti era stato richiesto per la prima volta nell’ormai lontano 2017 dal Coordinamento per il Territorio, mentre a Lentini si lottava duramente contro un’ennesima discarica. Cinque anni dopo i progetti di devastazione sul territorio e la compiacenza degli enti che firmano le autorizzazioni a nuovi impianti inquinanti rimangono purtroppo una costante con la quale fare i conti con ogni mezzo necessario.
Da Gela a Catania e Lentini, insomma, la direzione della partecipazione diretta degli abitanti e della conquista di spazi di decisione è l’unica strada per rompere le logiche stantie delle amministrazioni complici e fare saltare il tavolo di chi vorrebbe vedere gli abitanti abboccare ai racconti di impianti futuristici. Di questo vostro futuro non abbiamo che farcene, abbiamo solo questo presente in cui lottare.