23 maggio 2015 – Giarre: tre anni per non dimenticare.
Era il 23 Maggio del 2015 quando la signora Maria Mercurio, 52 anni, colpita da un malore in casa, moriva in attesa dell’ambulanza, e poi dell’elisoccorso che l’avrebbe dovuta trasportare al nosocomio più vicino. Un’attesa fatale di oltre 40 minuti che le costò la vita, e che suscitò un’ondata di sdegno e protesta per la quarta vittima in due mesi dalla chiusura dell’ospedale di Giarre. Duecento persone allora si riversarono nelle strade bloccando le arterie principali della città, e 37 di loro, in seguito vittime di un’odissea giudiziaria, si spostarono spontaneamente sui binari della stazione dei treni per bloccare il traffico ferroviario. Da quel giorno le vittime causate dalla mancanza di un pronto soccorso, che serviva ben centomila persone del comprensorio ionico-etneo che va da Giarre a Linguaglossa, passando per Riposto, Mascali, Piedimonte, Milo e Sant’Alfio, sono diventate 14.
Il Comitato Cittadino “Rivogliamo l’ospedale”, apolitico e apartitico, in prima fila sin dai primi smantellamenti dell’ospedale di Giarre, si è preso carico di questa battaglia seguendo con diffidenza le infruttuose richieste istituzionali, e mantenendo viva la linea di lotta popolare che ha portato a numerose grosse manifestazioni: tra queste è bene ricordare quelle del 9 aprile 2016, e del 18 marzo 2018, nelle quali oltre millecinquecento studenti delle scuole del distretto sanitario attraversarono le strade di Giarre, reclamando a gran voce l’imminente riapertura del pronto soccorso e di tutti i reparti precedentemente esistenti.
Ieri sera un presidio cittadino si è concentrato in piazza Duomo, in ricordo delle 14 vittime; sono state accese 14 candeline e una è stata lasciata spenta, per voler dire che, così continuando, anche quella si accenderà ed un altro concittadino pagherà con la sua pelle le politiche scellerate di taglio alla spesa pubblica per ciò che riguarda la sanità iniziate da Lombardo e proseguite da Crocetta. Un centinaio di persone, ha ribadito che la battaglia per l’ospedale non è ancora finita, e che non vi sarà pace né giustizia finché almeno il pronto soccorso dell’ospedale di Giarre non tornerà ad essere funzionante ed efficiente. Studenti, lavoratori, professionisti, ultras uniti a difesa del sacrosanto diritto alla salute.