Messina, Ciucci in Commissione: i No ponte bloccano per ore l’audizione
Lunedì 18 marzo, a Messina, era stato invitato l’amministratore delegato della Stretto di Messina S.p.a Pietro Ciucci per presentare il progetto definitivo del ponte sullo Stretto. Ad aspettarlo, però, non una città pacificata, ma un numeroso (e rumoroso) gruppo di persone che, con cori, fischi e lancio di rotoli di carta igienica, hanno accompagnato l’arrivo. Pensava fosse bastato, ma..il presidio ha poi deciso di irrompere all’interno dell’aula e bloccato per ore la seduta.
Di seguito riportiamo il comunicato di Spazio No ponte:
TRA LO STRETTO E IL PONTE C’È DI MEZZO… NOI!
La contestazione NOponte a Ciucci come i giornali non ve la racconteranno mai
«Bisogna che da una parte e dall’altra si faccia risolutamente ciò che è nella possibilità di ciascuno e che risulta da un’esatta valutazione della realtà. Poiché voi sapete tanto bene quanto noi che, nei ragionamenti umani, si tiene conto della giustizia quando la necessità incombe con pari forze su ambo le parti; in caso diverso, i più forti esercitano il loro potere e i più deboli vi si adattano».
A scuola ci facevano tradurre questo passo di Tucidide. Si tratta di ciò che dissero gli ateniesi ai meli, poco prima di invaderli. Questo era implicito nell’apertura al dialogo offerta oggi ai NOponte da Ciucci e dalla commissione comunale.
In breve: si è provato in tutti i modi a pacificare la contestazione all’amministratore della riesumata “società del ponte”, ma senza risultati; tant’è che, alla fine, la commissione è stata costretta a tenere segreto il nuovo orario e chiudere le porte al pubblico.
Nella mattinata di lunedì 18 marzo, Pietro Ciucci, prima di arrivare al comune, ha “eroicamente” declinato l’offerta di entrare dalla porta laterale, mandando a dire ai manifestanti che si sarebbe sottoposto alla protesta ma, in cambio, il suo intervento si sarebbe dovuto svolgere senza disturbi. Ben magro prezzo da pagare, per avere l’ennesima possibilità di imporre la propria voce in città.
E infatti la rabbia di chi è accorso a contestarlo non si è potuta contenere e, spenti i flash dei giornalisti, Ciucci si è dovuto alzare dallo scranno e ritirarsi nella stanza accanto, proponendo un ulteriore accordo a chi abita nel territorio che la sua società contribuirà a distruggere: vediamoci in privato – ha mandato a dire –, nella sala accanto, io e tre rappresentanti dei comitati, e discutiamo.
In tutto questo c’è da riconoscere, a onor del vero, che si è in tutti i modi cercato di pacificare l’aula: paventando lo sgombero coatto, mandando la polizia a dissuadere il pubblico dall’esprimersi e poi persino salendo dai manifestanti per cercare di fargli capire che dai, ha pure chiesto di vedersi per un confronto alla pari.
Ribadiamo ancora una volta quanto detto questa mattina e non solo:
1. non può esistere confronto tra chi se ne infischia della distruzione di un territorio pur di ingrassare ulteriormente il proprio conto in banca, e chi a questa distruzione resiste per salvaguardare la propria vita e quella di chi vivrà in questi luoghi in futuro;
2. non può esistere parità tra chi possiede un apparato politico, mediatico ed economico in grado di imporre la propria visione eliminando di fatto ogni contraddittorio e chi, per far valere la propria voce, possiede solo il proprio corpo e le proprie idee.
Quindi, a “confronto” saltato, la commissione è stata costretta a «procedere allo sgombero dell’aula e sospendere la seduta senza determinazione di tempo».
In realtà la seduta è stata, quasi segretamente, rimandata alle 14.00 quando, finalmente, il bistrattato Ciucci – dispiaciuto che «una piccola minoranza molto numeros… molto rumorosa» (sic!) abbia impedito alla commissione di ascoltare – ha potuto spargere la propaganda pro-ponte anche nel palazzo del comune: pienissima trasparenza, rapidità ed efficacia, particolari controlli, attente procedure di valutazione fatte sulle già attente procedure fatte in passato, monitoraggio ambientale, una copertura finanziaria sicura che impedirà che si lascino i lavori a metà… insomma, nel mondo un po’ distorto degli speculatori del cemento, tutto è pronto, rodato e perfetto.
E chi gli dà torto? Certamente non chi si è disposto a guardia di questa perfetta macchina dei soldi che è il ponte sullo Stretto: il discorso di Ciucci è stato trasmesso in diretta a reti unificate su tutti i canali di rtp, gazzetta del sud e tempostretto, che dalla prima mattina si erano già prodigati a sfornare ben DICIOTTO (18!) servizi per annunciare che – finalmente, anche qua – Messina incontra il ponte.
Forse sarebbe stato più onesto dire che il ponte si scontra con Messina: a dispetto dell’apparato mediatico messo in moto dai soliti noti, la vera notizia della giornata è che i padroni del cemento non avranno la strada spianata, non arrivano in un territorio silente e pacificato come avrebbero sperato.
E a tal proposito, una cosa giusta, senza accorgersene, Ciucci in fondo l’ha detta: il ponte lo fa il territorio con la società, altrimenti IL PONTE NON SI FA… QUALUNQUE SIA LA NORMA O LA LEGGE DA APPLICARE!
Tocca sputare la carota e schivare o spezzare il bastone.
Oggi non è andata affatto male… ma bisogna insistere.
Rilanciamo con ancora più forza la due giorni LA CITTÀ CANTIERE, il 23 e 24 marzo a Forte San Jachiddu
«Un giorno ci toccherà morire: ma tutti gli altri giorni no»