Un messaggio da Luigi dal carcere di San Michele: «la giustizia è l’utile del più forte»

Un messaggio da Luigi dal carcere di San Michele: «la giustizia è l’utile del più forte»
Oggi vi racconto una barzelletta, l’ho riletta alcune settimane fa in occasione dell’udienza del mio processo. È famosa ma ogni volta che la rileggo per me è come se fosse la prima volta, mi fa scompisciare dalle risate.

Fa così: “la legge è uguale per tutti” AHAHAHAHAH

Bellissima vero!

È così bella che la scrivono sui muri di tutti i tribunali delle cosiddette democrazie occidentali, e in fondo si può anche dire che le democrazie occidentali di questa barzelletta fanno il loro fondamento. È così divertente perché nella sua semplicità con una sola battuta ne nasconde tre, una più esilarante dell’altra. 

Intanto dice che tutti siamo uguali davanti alla legge, ovvero che al momento del giudizio tutti a prescindere da provenienza geografica, classe sociale, colore della pelle avremo stesse possibilità di difesa e garanzia di imparzialità di giudizio. Fa già ridere così!

Poi sottintende che la legge, nel momento stesso in cui viene pensata e scritta, non fa gli interessi di nessuno in particolare, ma si attiene ad un’idea universale di giustizia che proviene direttamente dall’iperuranio. Anche questa non è per niente male.

Poi addirittura, e questo è il massimo, sentite: una volta scritta la legge vale per tutti senza favoritismi, omissioni o distinzioni. Se un’azione costituisce reato, è così per tutti. 

AHAHAHAHAH, dai! È geniale!

Questo vale per le leggi dei singoli Stati occidentali evoluti e civili e per il diritto internazionale istituito di comune accordo tra i paesi democratici. D’altronde noi siamo “l’occidente, culla della civiltà, della democrazia, della libertà, dei diritti”. Siamo il Nord del mondo “evoluto ed emancipato”.

E allora andiamo a vedere come funziona questa storia della legge che vale per tutti. 

Per quanto riguarda lo stato italiano basta guardare allo stato delle carceri e alla composizione sociale della popolazione carceraria per capire quanto sia una farsa

Una volta vidi una bella acquaforte di Bruno Caruso, artista palermitano del secolo scorso, intitolata “Hotel riservato ai poveri” (immagine in copertina) riferita alla composizione sociale della popolazione detenuta. Adesso guardando da vicino la realtà carceraria posso dire che mai fu fatta descrizione più precisa. 

Se osserviamo la tendenza poi, la situazione non può che peggiorare, basta dare un’occhiata al pacchetto sicurezza: pene maggiorate per senza casa, per ogni sciopero, per attivisti ambientali, manifestanti contro le grandi opere, per i detenuti che protestano le proprie condizioni carcerarie. Di contro, sconti per colletti bianchi della pubblica amministrazione e larga manica per le forze dell’ordine a cui si concede l’uso di armi anche non in dotazione e anche fuori servizio. 

Oppure basta guardare al protocollo tra Italia e Albania in materia di migranti che prevede la deportazione, da parte di autorità italiane, delle persone soccorse in acque internazionali in un paese terzo, al di fuori della comunità europea, di fatto arrestandole in dei campi di prigionia. Chi verrà sequestrato nei centri in Albania non potrà comunicare con organizzazioni che prestano assistenza legale e tantomeno potrà scegliere un avvocato di fiducia, ma potrà comunicare esclusivamente con il direttore del centro che agisce su incarico del Ministero dell’Interno italiano. Alla faccia dell’indipendenza e dell’imparzialità. E così il governo italiano avrà difeso i confini della patria dall’invasore straniero e nessuno evidentemente ha detto al governo italiano che sul nostro territorio stanziano migliaia di soldati americani armati fino ai denti e che i nostri territori sono occupati militarmente da decine di basi militari stracolme di mezzi e armi che vengono utilizzate come avamposto nel Mediterraneo per esportare morte e distruzione.

Ma ci raccontano che la legge è uguale per tutti.

Nelle democrazie occidentali fondate sulla libertà, succede anche che venga negato il diritto a manifestare la propria opinione politica se questa sostiene la lotta di liberazione del popolo palestinese contro l’occupazione israeliana ed afferma il suo diritto all’autodeterminazione. Così è accaduto a Roma il 5 ottobre o con gli studenti di New York arrestati per l’occupazione dell’ateneo per chiedere il cessate il fuoco a Gaza che sono incriminati per il reato di “danneggiamento della proprietà durante una protesta” mentre lo Stato che li incrimina, la grande democrazia degli Stati Uniti d’America, stipula lucrosi contratti per distruggere intere comunità.

Se gli USA da un lato sostengono verbalmente la pace e fingono di negoziare per un cessate il fuoco sin dall’inizio del massacro nella striscia di Gaza, dall’altro lato continuano ad inviare armi ed aiuti militari allo Stato israeliano. 

L’ultimo pacchetto assicurato ad Israele negli scorsi giorni è di 8,7 miliardi di dollari. Ma succede anche che all’università di Al Quds a Gerusalemme est sia stato documentato l’arresto di più di 60 studenti e che in tutta la Cisgiordania gli studenti tratti in arresto superano i 400 e che le famiglie non sappiano più nulla dei propri figli, neanche in che carcere siano detenuti. 

Terrorismo l’accusa per la contestazione alle politiche israeliane, ma non è considerato invece terrorismo l’appoggio allo sterminio di palestinesi nella striscia di Gaza che viene rasa al suolo.

Sul piano che riguarda le relazioni ed il conflitto degli Stati, è evidente a tutti la farsa che costituisce il diritto internazionale istituito dalle democrazie occidentali.

Ce lo hanno raccontato e ce lo continuano a raccontare come caso emblematico i civili bruciati vivi, gli ospedali bombardati, le sedi di emittenti televisive chiuse, le strade di Gaza piene di cadaveri, i 2300 morti, gli 11.000 feriti in Libano, le centinaia di medici e paramedici uccisi, i bombardamenti sui convogli umanitari, le tende degli sfollati date alle fiamme a Dei al-Balah dall’esercito di quello che viene definita dall’Occidente “l’unica democrazia del Medioriente” nonostante, a guardar bene, sia l’unico paese della regione a non avere una costituzione.

Questa farsa si manifesta adesso per quello che è veramente, il diritto internazionale si dissolve adesso e non serve più alle potenze che storicamente sostenevano e sostengono di incarnarlo e che fino a ieri avevano bisogno di coperture legali e legittimità per nascondere i loro progetti imperialisti e coloniali.

L’Occidente quindi si smaschera mostra che i principi tanto sbandierati come propri (libertà, diritti, democrazia, giustizia e legalità) altro non sono che la copertura di ciò che realmente è all’essenza nella società occidentale e del suo modello di sviluppo: capitalismo, imperialismo, colonialismo, dominio, razzismo e genocidio. 

La Palestina occupata prima da inglesi e francesi, poi colonizzata dagli ebrei europei su mandato statunitense è stata per ottanta anni ed è tutt’ora laboratorio a cielo aperto dell’esercizio del “monopolio della violenza” e del “principio d’autorità” dello stato capitalista occidentale.

Lo Stato israeliano, “unica democrazia del Medio Oriente”, in tutta la regione su sette diversi fronti uccide, perseguita, incendia, affama senza che nessuno Stato occidentale faccia niente per impedirlo. 

Sono serviti gli attacchi alla missione Unifil dell’Onu per svegliare gli stati europei che lo scorso 14 ottobre hanno riunito a Bruxelles i loro ministri degli esteri che hanno criticato fortemente l’operato di Israele in Libano: non per le migliaia di morti libanesi, ma per il ferimento dei cinque caschi blu dell’Onu. È una chiara dichiarazione del fatto che ci sono ragioni per le quali le vite di alcuni meritano e hanno un valore, mentre altre sono una minaccia che va contenuta con qualsiasi mezzo. Questa presa di posizione delle cosiddette democrazie occidentali fondate sui diritti dell’uguaglianza e sulla libertà ha meno a che fare con la sicurezza del modello di società che dichiarano di proteggere che con la dichiarazione circa chi comanda e circa il valore delle vite di chi è comandato e deve essere dominato. 

Sono solo parole contro Israele quelle che provengono dai ministri degli esteri degli Stati europei. Anzi no! …sentite questa: i ministri hanno anche varato una serie di sanzioni.

Oh finalmente, dei fatti concreti!

Si ma non contro Israele, contro l’Iran e la compagnia Iranair per il trasferimento di armi alla Russia. Ovviamente nessuna sanzione per gli Stati Uniti che armano Israele né tanto meno agli stessi stati europei. 

La legge è uguale per tutti: è la farsa che si fa tragedia!

«Ciascun governo istituisce leggi (nomoi) per il proprio utile; la democrazia fa leggi democratiche, la tirannide tiranniche e allo stesso modo gli altri governi. E una volta che hanno fatto le leggi, proclamano che il giusto per i governati è ciò che è invece il loro proprio utile, e chi se ne allontana lo puniscono come trasgressore della legge ed ingiusto. Questo, mio ottimo amico, è quello che dico giusto, il medesimo in tutte quante le poleis, l’utile del potere costituito. Ma, se non erro, questo potere detiene la forza. Così ne viene, per chi sappia ben ragionare, che in ogni caso il giusto è sempre identico all’utile del più forte».

Queste parole così attuali e limpide, che descrivono la realtà senza ipocrisie e senza inganni, sono di Trasimaco, un sofista del V sec. a.C, e sono state riportate da Platone su “La Repubblica”.

Allora forse questa sarebbe la frase da scrivere sui muri di tutti i tribunali: “La giustizia è sempre l’utile del più forte”.

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