Riecco gli inceneritori: il piano dei rifiuti di Musumeci è stato rifiutato
Ci sarebbe da ridere se non fosse che il livello di infamia delle istituzioni politiche regionali e nazionali sta producendo il più grande disastro della storia dei territori siciliani: la riconversione della Sicilia a enorme filiera dei rifiuti. Già il Piano di Musumeci, come scrivevamo all’indomani della sua presentazione, rappresentava l’articolazione burocratica dell’enorme affare dei rifiuti ed il via ai nuovi impianti legati al ciclo del loro smaltimento/”valorizzazione”, ma le recenti osservazioni del Ministero dell’Ambiente, che rigettano il Piano criticandone numeri e contenuti, chiarisce i termini dell’intera questione: “… si rileva l’assoluta necessità di localizzare sul territorio dell’Isola almeno due o più impianti di incenerimento di capacità pari al relativo fabbisogno”.
Il Ministro Costa (5stelle) cade dalle nuvole, dice di non saperne nulla e di essere risolutamente contrario agli inceneritori a ciò che in sostanza il suo Ministero ritiene invece di “assoluta necessità”. Un gran casino, insomma, ma la verità è che tutto il potere è in mano alle lobby degli affari e che il ceto politico siciliano e nazionale è stabilmente in balia dei gruppi che controllano commissioni, assessorati, dipartimenti ministeriali, tribunali amministrativi, istituzioni ispettive. La verità è che ciò che appare come un enorme caos è invece l’ordine del mercato, dove regna la competizione, una competizione furibonda tra gruppi di interesse, spesso contrastanti, ma inesorabilmente concentrati per il profitto sopra ogni cosa. E Musumeci non si fa scappare l’occasione: “Prendiamo atto che il governo grillino di Roma si è convertito ai termovalorizzatori e ci chiede di realizzarne almeno due. Per noi non è un problema, visto che non abbiamo mai avuto alcun pregiudizio su questo tipo di impianto”. Vabbè, Musumeci è un imbroglione, è noto, ma tutti gli altri (da Zanna di Lega ambiente al PD) non sono da meno con le loro chiacchiere sulla “gestione virtuosa dei rifiuti”, con la necessità di “chiudere il ciclo dei rifiuti”, col loro “non si può dire sempre di no”. Ma certo, VENGHINO LOR SIGNORI del biogas, delle biomasse, dei compostaggi anaerobici e ancora quelli delle discariche e dei “necessari” inceneritori. E intanto i nostri territori si riempiono di impianti nocivi, di puzze pestilenziali, di aria, terreni e falde inquinate, di sempre più gente con tumori.
Per quanto ci riguarda non approviamo in nessun modo il Piano dei Rifiuti regionale e tanto meno i suggerimenti criminali del Ministero dell’Ambiente.
– Municipalizzare la raccolta e la gestione, togliere cioè ai privati la gestione del ciclo dei rifiuti. I Comuni debbono farsi carico, nel bene e nel male, dei rifiuti che producono. Se l’obbiettivo essenziale rimane “zero rifiuti” attraverso la più estesa raccolta differenziata e il riciclo e quindi la chiusura di ogni discarica, responsabilità di ogni Comune – in attesa del raggiungimento di tale obbiettivo – è la costruzione e gestione di luoghi di raccolta dei propri rifiuti. Occorre porre fine al luttuoso affare privato sui rifiuti.
– Incrementare la differenziata attraverso un piano comunale di incentivazione economica
– Aprire in ogni quartiere centri di raccolta della differenziata
– No agli impianti inquinanti, loro immediata chiusura e ricollocazione degli impiegati nelle opere di smantellamento e bonifica sotto controllo popolare.
– Avvio immediato delle bonifiche degli impianti previsti così come di quelli esclusi dal piano regionale e che pur tuttavia rimangono inquinanti.
– Partecipazione diretta dei comitati territoriali alle decisioni che riguardano il territorio
– Azione diretta dei comitati territoriali nelle operazioni di sensibilizzazione cittadina alla “cultura della differenziata” e alla cura del territorio
– Operare per disincentivare le attività commerciali che non usano materiali biodegradabili
– Incentivare le attività commerciali che vendono prodotti confezionati con materiali biodegradabili
– Costruire centrali di compostaggio aerobico a gestione comunale o intercomunale.