Il Miur prepara l’autonomia differenziata per le Università!

Il Miur prepara l’autonomia differenziata per le Università!

Ci risiamo o, per meglio dire, non ce ne siamo mai liberati. Nonostante i bei propositi del governo del cambiamento, c’è la volontà da parte del MIUR di attuare il tanto contestato art.1 comma 2 della legge Gelmini. 

Il MIUR ha inviato per un parere alla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane)  la bozza del DM con cui si darebbe attuazione proprio all’articolo della suddetta legge. Questa permetterebbe alle università considerate “virtuose” (ovvero quelle “che hanno conseguito la stabilità e sostenibilità di bilancio, nonché risultati di elevato livello nel campo della didattica e della ricerca […]) di godere di una vera e propria autonomia, in termini di libertà di ricerca, di insegnamento e soprattutto dal punto di vista economico-finanziario. Maggiore autonomia dunque nella governance di ateneo, nei requisiti per l’attivazione dei dipartimenti, modalità proprie di valutazione della qualità della ricerca e della didattica, chiamata diretta dei docenti e forme premiali individuali. Tutto questo potrà essere fatto in deroga alla normativa nazionale, ma per legge!

Al solito, in base ad una presunta virtuosità attribuita attraverso improbabili indicatori ANVUR, l’intenzione è quella di incentivare ulteriormente il meccanismo sproporzionato di distribuzione delle risorse. Anziché liberare le università da un’asfissiante burocrazia,  e portare avanti delle politiche che finanzino le Università in difficoltà, si torna a sostenere ed aumentare lo squilibrio esistente tra alcune università del Nord e quelle del Sud e della Sicilia. Di fatto si rafforza un sistema universitario a due velocità; si ufficializza per decreto la differenziazione tra università di serie A e università di serie B, dove le prime avranno la libertà di sperimentare nuovi modelli organizzativi e funzionali, le seconde rimarranno al palo.

Non è difficile intuire che le Università di serie A si ritrovino soprattutto in quelle aree ricche del Nord e che la volontà dello Stato Italiano rimanga quella di far scomparire le Università del sud, rendendo un servizio che dovrebbe essere garantito a tutti, sempre più elitario e per pochi. Possiamo affermare che stiamo assistendo ad un’autonomia differenziata anche per le università. Un progetto di ulteriore  sottrazione di risorse in cui i giovani siciliani e i meridionali continueranno ad essere carne da macello dello Stato Italiano. Con questo decreto, infatti, si definirebbe per legge l’emigrazione forzata di giovani studenti e ricercatori del sud. Un Decreto Ministeriale da fermare senza se e senza ma. Come è da fermare tutto la proposta di riforma dell’autonomia differenziata. 

 

Fajdda – Unione Giovanile Indipendentista

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