Ferrovie dello Stato in Sicilia: continui disagi e tratte interrotte
Con Ferrovie dello Stato, in Sicilia, i problemi non finiscono mai. Le già carenti, mal funzionanti e inadeguate linee esistenti continuano a essere teatro di disagi. L’ultima cattiva novella riguarda la tratta che collega Palermo Notarbartolo all’aeroporto di Punta Raisi. Risulta interrotta dalle 4.30 di questa mattina a causa di un guasto agli impianti del Gestore della rete elettrica. Non si conosce l’entità del danno né tanto meno quanto ci vorrà per far tornare la situazione alla normalità.
Di qualche giorno fa è un’altra notizia che riguarda la linea Messina-Palermo: subirà delle modifiche. Da oggi fino all’8 settembre saranno presenti dei cantieri tra Gioiosa Marea e Patti. Verranno effettuati degli interventi di manutenzione straordinaria alla Galleria Montagnareale. Se si prova a comprare un biglietto sul sito di trenitalia per questa tratta, ci si rende conto che attraversarla, da qui ai prossimi due mesi, sarà molto complicato.
Molti viaggi non risultano acquistabili, alcuni verranno effettuati interamente con bus sostitutivi al costo di 18,00 euro invece che 12,80, per altri ancora sono previsti dei cambi. Diverse corse prevedono 2 cambi, altre addirittura 3.
Possiamo affermare tranquillamente che parlare di normalità riferendosi al servizio ferroviario in Sicilia sia quasi un ossimoro. O meglio, di una normalità si può parlare. Ma è quella dei continui ritardi, dei treni super affollati in cui la gente è costretta a stare in piedi e in molti casi – condizione inumana sopratutto nelle frequenti giornate di afa – senza neanche l’aria condizionata. È questa la normalità con cui i siciliani sono costretti a scontrarsi ogni giorno.
Viaggiare sui treni in Sicilia, così, porta spesso alla visione di scene apocalittiche: gente ammassata che respira a fatica, che accusa malori, che si siede per terra. E tutto questo è normalità per il gruppo Ferrovie dello Stato. È normale far pagare a un prezzo molto alto il biglietto- che a molti dovrebbe essere garantito gratuitamente – senza, nei fatti, erogare un servizio degno di essere chiamato tale. È normale portare a zero gli investimenti in Sicilia a fronte delle migliaia di pendolari che ogni giorno utilizzano il trasporto su rotaia per raggiungere la scuola o il posto di lavoro. É normale che si debbano impiegare più di 4 ore per andare da Palermo a Ragusa, mentre al nord la stessa distanza viene coperta in meno della metà del tempo.
Se la situazione è così drammatica, sorge spontaneo un dubbio. Dov’è il presidente della Regione Nello Musumeci? Stupisce che non abbia parole da spendere per la situazione disastrata in cui versa la rete ferroviaria siciliana, mentre ne abbia tantissime per un progetto inutile e dannoso come quello del ponte sullo Stretto. È evidente che il modello di sviluppo che ha in mente è assolutamente lontano dai bisogni della popolazione e molto più vicino agli interessi dei soliti pochi.
Lo sviluppo della Sicilia si realizza attraverso investimenti per la realizzazione delle infrastrutture interne che possano garantire a tutti la mobilità sicura e veloce dentro la nostra regione. I siciliani hanno bisogno di collegamenti efficienti e con doppio binario tra tutte le principali metropoli e i capoluoghi di provincia. Messa in sicurezza di quelli che esistono e investimenti per il potenziamento. Questo è quello che serve.