CGA: stop a campo eolico nel mare di Gela. Esultano i comitati.
Il Consiglio di Giustizia amministrativa della Regione Siciliana ha confermato la sentenza del Tar di Palermo che decreta lo stop alla costruzione di una centrale eolica per la produzione di energia elettrica nel Golfo di Gela. Il progetto, presentato dalla società ligure “Mediterranean Wind Offshore” nel 2008, prevedeva l’installazione di 38 pale eoliche nella zona costiera di Gela.
Nel 2009 era stata ottenuta la necessaria autorizzazione di Valutazione Impatto Ambientale (VIA) dal Ministero dei Trasporti per la realizzazione dell’impianto. Inoltre, nel 2012, il consiglio dei ministri aveva giudicato la realizzazione dell’opera come 《coerente con gli obiettivi del piano di azione nazionale per le energie rinnovabili》.
Quasi immediatamente sono nati dei movimenti nei comuni interessati che si sono opposti alla costruzione dell’impianto. Le motivazioni della protesta non sono ovviamente legate alla scelta dell’utilizzo dell’energia rinnovabile – che anzi è sostenuta e incentivata – bensì alla scelta dell’area in cui realizzare la centrale.
Il progetto è stato bloccato dal Tar di Palermo in seguito a numerosi difetti istruttori riscontrati nel rilascio del VIA. Primo fra tutti il mancato coinvolgimento della “Sopraintendenza del Mare” , organo istituito dalla Regione Sicilia preposto alla tutela, vigilanza, valorizzazione e fruizione dei beni culturali sommersi. Il Cga ha dunque confermato la necessità di acquisire il parere di tale ente per la realizzazione di un impianto in un area di così rilevante interesse dal punto di vista paesaggistico e archeologico-culturale.Infatti, la realizzazione dell’impianto era prevista nella zona a ridosso del Castello di Falconara e a 1,5 miglia nautiche di distanza dalla “Riserva del Biviere”, il più grande lago costiero della Sicilia. Inoltre, sono emerse anche ulteriori criticità legate alla protezione della fauna nel territorio, in quanto la zona preposta è interessata da importanti fenomeni migratori di uccelli in transito verso l’Africa.
L’artista Giovanni Iudice appartenente al comitato “NoPeos” – che lotta da anni contro la realizzazione dell’opera – dichiara soddisfatto: 《abbiamo tutelato la bellezza come bene primario della visione del paesaggio e della biodiversità sottomarina, dell’avifauna migratoria e dell’archeologia sottomarina. Abbiamo tutelato l’indotto del turismo della zona di Desusino, con centinaia di addetti》.