Cara Preside, se ne vada!
La chiacchiera comune – spesso anche quella giornalistica – narra di giovani disimpegnati. I quarantenni, i cinquantenni e anche i sessantenni di oggi non mancano di ricordare ai giovani che ai loro tempi era diverso, che un tempo i giovani volevano cambiare il mondo.《Ah quanto erano diversi i giovani dei nostri tempi! 》- non perdono occasione per ribadirlo. Così, se i giovani di oggi si occupano del riscaldamento globale lo fanno solo per fare un po’ di scorribande per strada. Non sanno neppure per cosa protestano. Se occupano le scuole perché gli edifici scolastici cadono a pezzi è perché non hanno voglia di studiare e vogliono bivaccare un po’ prima delle vacanze di Natale.
E’ probabilmente con questo spirito che un gruppo di genitori di studenti del Liceo Classico Maurolico di Messina ha scritto pubblicamente alla dirigente scolastica per chiederle come mai avesse permesso che i loro figli occupassero le aule. Perché adesso no, non è come ai loro tempi. Allora si occupava per ragioni serie! Verrebbe da chiedere a questi genitori quando è stata l’ultima volta che si sono occupati del fatto che i loro figli frequentano le lezioni in edifici fatiscenti e pericolosi; quando si sono occupati per l’ultima volta del de-finanziamento dell’istruzione pubblica.
Ci aspetteremmo piuttosto una lettera preoccupata da parte dei genitori degli studenti del Liceo scientifico Seguenza. Sì, perché c’è davvero da preoccuparsi nell’affidare i figli a una dirigente scolastica che si sente in diritto di redarguire i ragazzi, ricordando loro che non sono mica studenti del professionale, che loro studiano Italiano e matematica. Nelle espressioni utilizzate dalla preside, infatti, è contenuto un messaggio classista che, se recepito dagli studenti, sarebbe pericoloso, li indurrebbe a un atteggiamento di superiorità nei confronti dei loro coetanei degli istituti professionali. Per fortuna, però, gli studenti, migliori evidentemente della loro preside, l’hanno fischiata e se ne sono infischiati delle sue considerazioni. Ma se le prime dichiarazioni della professoressa Leonardi richiederebbero le scuse agli studenti e alla città, le dichiarazioni del giorno dopo, con le quali ribadisce quanto già espresso, richiederebbero il suo allontanamento. Ha, infatti, affermato che gli allievi del Seguenza possono permettersi 50 euro di contributo volontario, poiché non sono figli di contadini e non vanno in una scuola di montagna. Non si può credere che non si renda conto che una tale affermazione parte dal presupposto classista che al Liceo non ci vadano i figli dei contadini, degli operai o dei disoccupati.
Adesso, capiamo pure che i dirigenti scolastici per tirare su un po’ di soldi per se stessi, mentre i docenti sono ridotti a stipendi da fame, siano costretti a giustificare l’abbandono delle scuole da parte dei governi e per la spesa corrente siano costretti a chiedere il contributo “volontario” delle famiglie, ma un po’ di decenza è sempre richiesta.
Le scuse non sono più sufficienti. Professoressa Leonardi dia le dimissioni!