Palermo: aule freezer, gli studenti non ci stanno
Continuano le proteste degli studenti palermitani per l’assenza di riscaldamenti nelle aule.
Questa mattina gli studenti del liceo classico Meli si sono rifiutati di entrare in classe, rimanendo fuori dai cancelli, per manifestare il loro dissenso nei confronti della preside e delle istituzioni che ignorano da troppo tempo le loro richieste.
Gli studenti del Meli non sono, però, gli unici a essersi mobilitati su questo tema.
Qualche giorno fa anche gli alunni del liceo scientifico Galilei avevano bloccato gli ingressi dell’istituto contro gli infiniti tempi burocratici che bloccano i lavori di riparazione della caldaia, costringendoli a fare lezione al freddo.
Meli e Galilei sono state le prime scuole animate da mobilitazioni, ma non saranno sicuramente le uniche.
Sono pochissimi gli istituti palermitani in cui risultano attivi i riscaldamenti, nonostante ci si trovi nei mesi più freddi dell’anno. In alcuni casi, il problema è stato affrontato tramite il ricorso ai fondi del contributo volontario versato dagli stessi studenti annualmente.
I contributi da parte dell’ Ex Provincia, l’organo responsabile dei riscaldamenti negli istituti superiori, sono sempre più ridotti.
Quest’anno anche i presidi hanno espresso le loro preoccupazioni in merito:《da nove anni sono il preside dell’Umberto e dagli stessi anni segnalo il malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento, ormai troppo vecchio e che lascia al freddo gli studenti. Si tratta di un impianto che esige un’alimentazione a gasolio e per la fornitura di quest’ultimo occorre un grande esborso economico》- dichiara il dirigente scolastico Vito Lo Scrudato.
Al Vittorio Emanuele III, il dirigente Carmelo Ciringione spiega: 《nella nostra struttura il riscaldamento funziona solo in alcune aree, data la vastità del nostro istituto non possiamo sostenere i costi per riscaldarlo interamente. Abbiamo più volte segnalato il problema e la risposta dall’ex provincia arriva in modo tardivo, tutti gli anni si presenta la stessa situazione》.
Non solo a Palermo, anche nel resto della Sicilia gli studenti lamentano l’assenza di riscaldamenti.
Tutto ciò a scapito non solo del buonsenso, ma anche della legge che prevede una temperatura minima di 18° come condizione base per poter fare lezione.
Le condizioni degli studenti siciliani sembrano non interessare a nessuno, neppure ai politici nazionali che continuano a tagliare i fondi all’istruzione e a definanziare le scuole pubbliche.
Evidentemente c’è chi non ritiene sia grave costringere giovani a passare l’inverno con i plaid nelle aule, eppure le istituzioni dovranno fare i conti con gli studenti sul piede di guerra.
Hanno dichiarato più volte che continueranno a organizzarsi e ad animare mobilitazioni. Non saranno loro a pagare le conseguenze dei tagli all’istruzione pubblica.