Nazionalità, internazionalismo e lotta di classe. La Nuova Sinistra italiana e i nazionalismi periferici. Di Paolo Perri
“Il nazionalismo è stato una scomoda anomalia per la teoria marxista e, proprio per tale motivo, è stato escluso più che affrontato”, scriveva Benedict Anderson nelle prime pagine del suo notissimo testo sull’origine del fenomeno nazionalista, capace di coniugarsi nel corso della storia con le più diverse teorie politiche. Al “fascino nazionalista” non resistette neppure il movimento operaio internazionale, e il rischio che la storiografia marxista evitasse volontariamente di riprendere la discussione sulla questione, spinse il celebre studioso ad ammonire la comunità scientifica sui rischi insiti in una scelta tanto arbitraria quanto dannosa. La rimozione pressoché totale di una pagina, seppur complessa e sotto certi aspetti ambigua, della storia del marxismo avrebbe causato, infatti, un grave danno alla storia del movimento operaio. L’origine del rapporto tra nazionalismo politico e ideologia socialista, spesso troppo frettolosamente valutato come scomodo o marginale, affonda le radici nei grandi dibattiti che portarono al collasso della Seconda Internazionale Socialista.