Palermo: Porta Felice
Riprendiamo il viaggio alla riscoperta delle porte delle città siciliane. Torniamo a Palermo. Immaginiamo di aver attraversato Porta nuova (ne abbiamo parlato qui) e di percorrere il Cassaro, attuale Corso Vittorio Emanuele, fino al mare. Ad aspettarci, all’uscita, c’è un’altra iconica porta, la cosiddetta Porta Felice.
Storia
Fu commissionata nel 1582 dal Vicerè Colonna, intitolata a donna Felicia Orsini, sua moglie. L’ingresso monumentale serviva per coronare la strada del Cassaro, da lui fatta prolungare dalla Chiesa di Portosalvo alla Marina. La partenza e la successiva morte del viceré arrestarono i lavori, che furono ripresi a distanza di quasi un ventennio, lentamente proseguiti su progetto e sotto la direzione di Mariano Smiriglio. Furono portati a termine da Pietro Novelli, coadiuvato da Vincenzo Tedeschi. Con i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il pilone destro venne quasi interamente distrutto, ma grazie a
un accurato restauro si riuscì a riportarlo quasi completamente a quello che era un tempo.
La Porta è costituita da due imponenti piloni non raccordati fra loro. Quelli nella parte esterna presentano: al primo ordine due fontane aggiunte nella prima metà del XVII secolo, al secondo due nicchie contenenti due statue e delimitate da colonne reggenti architravi, infine al terzo ordine ci sono delle balconate caratterizzate da volute di raccordo e da due grandi aquile coronate reggenti gli stemmi reali, mentre ai lati esterni della terrazza si stagliano due statue, una Santa Ninfa e l’altra Santa Cristina.
I due prospetti, quello verso la città, in stile manieristico, e quello verso il mare, in stile barocco, sono in netta dicotomia stilistica.
Curiosità
Il giorno dell’equinozio di primavera Porta Felice fa da palcoscenico a un incredibile e unico fenomeno atmosferico. Il sole sembra sorgere dal mare e si colloca tra i due pilastri, in un perfetto allineamento con la strada più antica della città.
Da una scalinata adiacente la Porta si accede alle cosiddette Mura delle cattive.Nel 1823 venne costruita a Palermo, sopra le mura cinquecentesche della città, una terrazza pavimentata ed ornata da panche. Il ripiano sopraelevato di circa cinque metri offriva maggiore riservatezza rispetto alla passeggiata su strada particolarmente apprezzata dalle vedove, in Siciliano chiamate “cattive”(dal latino captivae = prigioniere del dolore che dava il lutto), le quali vi potevano passeggiare senza scandalizzare la cittadinanza e disubbidire alla tradizione che le voleva vestite di nero e chiuse in casa, escluse dalla vita di società.
Non distante dalla Porta venne costruita la fontana della Sirena che nelle sue fattezze ricordava il viso e le movenze dell’amante del vicerè: la bella Eufrosina Valdaura, baronessa di Miserendino.
Molti ritengono che la mancanza della parte superiore della Porta fosse una necessità per consentire il passaggio del trionfale carro di Santa Rosalia, ma ciò non risponde a realtà, perché il carro apparve per la prima volta nel 1686, quindi molto dopo la costruzione della porta.
Altra ipotesi è quella osservata da Patrik Brydone, scrittore e viaggiatore scozzese venuto a Palermo nel 1770. A Brydone piacque molto la passeggiata alla Marina, ma lo sorpresero alcune abitudini dell’aristocrazia palermitana, scrive infatti:
La passeggiata ribocca di vetture e di pedoni.
A fine di meglio favorire gli intrighi amorosi
è espressamente vietato a chicchessia di portar lume.
Tutte le torce si spengono a Porta Felice,
ove i lacchè attendono il ritorno dei loro padroni
e la intera adunanza resta per un’ora o due nelle tenebre,
a meno che le caste corna della luna, mostrandosi ad intervalli,
non vengano a dissiparle.
Cogliendo questa osservazione dello scrittore scozzese, cominciò a diffondersi la diceria che, oltre a quelle della casta luna, di corna ce ne erano altre: quelle dei mariti delle nobili dame che frequentavano la passeggiata notturna alla Marina. Era stato, dunque, necessario non costruire l’arco della porta, per dar modo ai poveri mariti di passare tranquillamente senza il rischio di rimanervi intrappolati con le loro lunghe corna frutto dei molteplici tradimenti delle mogli.
Oggi, il 14 luglio, la porta è simbolo della glorificazione della Santa Patrona di Palermo vicino al mare. Il carro di Santa Rosalia durante la sera del Festino attraversa la Porta e in cielo esplodono i fuochi d’artificio.