La dimensione ecologica della crisi economica globale. Note per una critica ecologica del neoliberismo Di Emanuele Leonardi
L’idea che la crisi economica esplosa nel 2008 abbia significativi risvolti ambientali è piuttosto diffusa. Tuttavia, benché il rapporto tra i due fenomeni venga da più parti evocato, le modalità specifiche che esso può assumere variano profondamente a seconda delle interpretazioni.
Un primo approccio alla questione riguarda la rimodulazione dell’interesse mostrato dai vari governi nei confronti dell’ambiente a seguito dell’espandersi della crisi finanziaria nella seconda metà del 2008. Invariabilmente, o quasi, l’urgenza di ridurre il danno economico ha prodotto un impatto negativo sui tentativi di affrontare in profondità sfide ecologiche quali il mutamento climatico, la perdita di biodiversità e l’esaurimento progressivo delle risorse non rinnovabili. Un buon esempio di questa attitudine ci è fornito dal Presidente francese Nicolas Sarkozy che, nel 2007, aveva lanciato un ambizioso programma di riforme ambientali – le Grenelle de l’environement –, mentre nel 2009 ha risolutamente spronato il Parlamento affinché abbandonasse gli standard ecologici suggeriti da quello stesso programma.