Nuovo contagio in un call center. Intervista a una lavoratrice
E’ di questa mattina la notizia dell’ennesimo contagio all’interno di un call center siciliano. Questa volta si tratta dell’azienda Comdata. I lavoratori questa mattina hanno ricevuto un messaggio dall’azienda con la direttiva di rimanere a casa e non presentarsi in ufficio a causa della conferma del contagio. All’interno della sede lavorano più di 150 impiegati che fanno capo ad aziende diverse.
L’Asp ha attivato le procedure e le due aziende hanno comunicato i nomi di tutti i lavoratori del sito.
Pubblichiamo di seguito il contributo di Marilena Sansone, impiegata del call center Comdata.
《Da un mese noi dipendenti chiediamo all’azienda di attivare le procedure per poter procedere con lo smartworking, nel decreto si legge proprio che la prima misura da prendere è ricorrere al lavoro agile. La risposta che abbiamo ricevuto è la stessa da troppo tempo, ovvero che si stavano attrezzando. Alla fine, però, sorgeva sempre un nuovo problema tecnico.
Per sopperire a questa mancanza, l’azienda ha attivato alcune misure previste dal decreto: le postazioni sfalsate, postazione individuale, sanificazione e altri piccoli accorgimenti per evitare il contatto. Insomma, hanno fatto lo stretto necessario imposto dalle disposizioni governative e dall’intervento delle segreterie nazionali.
Per venire incontro alle esigenze di organizzazione alcuni di noi, a turno, ci siamo messi in ferie, molti altri hanno deciso di non venire a lavoro al momento, usando i giorni di ferie o altri strumenti previsti dal CCNL e dalla legge.
Alla notizia del contagio si è scatenato il panico. L’azienda conta circa 150 impiegati a tempo indeterminato, più un numero variabile di lavoratori in somministrazione, di cui 70 per Windtre in distacco in Comdata, l’altra metà lavoratori Comdata e i somministrati.
Oggi tramite le RSU WindTre abbiamo saputo che l’azienda avrebbe deciso di mettere in ferie sino a giovedì i lavoratori Windtre in distacco per poi far partire lo smart-working. Nessuna disposizione è arrivata per i lavoratori Comdata e per i somministrati.
Chiediamo innanzitutto garanzie per TUTTI i lavoratori e le lavoratrici e poi vorremo sapere per quale motivo dobbiamo ancora essere costretti ad usare i nostri giorni ferie, per molti neanche maturati, per non andare a lavoro, durante uno stato di emergenza sanitaria, un momento in cui tutti i lavoratori dovrebbero essere tutelati.
Aspettiamo notizie ufficiali per qualsiasi contromossa. Quello di cui siamo convinti è che l’unica soluzione è l’applicazione degli ammortizzatori sociali previsti che permetterebbero ai lavoratori di restare a casa senza doversi preoccupare di non arrivare alla fine del mese》.
L’ennesimo caso di contagio sul posto di lavoro, un altro giorno di paura per i lavoratori che rischiano di aver contratto il virus e che adesso devono sottoporsi ai tamponi mettendo a rischio anche le rispettive famiglie. Ci chiediamo ancora una volta, quante altre vittime serviranno per decidere di mettere la salute dei lavoratori davanti al profitto delle aziende?