Covid-19: servono test rapidi, ma Musumeci li vieta
I tamponi eseguiti per rilevare il Covid-19 in Sicilia sono assolutamente insufficienti. In moltissimi casi i tamponi non vengono effettuati neanche sui sintomatici mentre, quando vengono effettuati, non si può che constatare la drammatica lentezza di molti laboratori nel fornire i risultati.
Il Ministero della Salute, sul proprio sito internet, alla domanda «è necessario eseguire il tampone per la ricerca del SARS-CoV-2 nei soggetti asintomatici?», risponde: «No, secondo le indicazioni del Consiglio Superiore della Sanità, sulla base delle evidenze scientifiche finora disponibili, non è raccomandata l’esecuzione del tampone ai casi asintomatici».
Eppure “le evidenze scientifiche finora disponibili” dicono proprio il contrario. Per contenere il contagio sarebbero infatti indispensabili la diagnosi precoce, l’isolamento e il trattamento. La tracciabilità si rivela dunque fondamentale. Aver conto degli asintomatici è decisivo. È per questo che molte Regioni stanno cominciando ad affiancare ai tamponi rinofaringei i test rapidi ematici (il cui risultato si ottiene in pochi minuti), e anche il Policlinico di Catania sta operando in questo senso.
Ma questo per Musumeci – come per il Presidente della Regione Lombardia Fontana – non va bene. Con ordinanza contingibile e urgente n. 7 del 20.03.2020 intitolata Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-2019, il Presidente della Regione Siciliana addirittura vieta l’utilizzo dei test rapidi ematici e diffida i laboratori di analisi dalla pratica di questi.
L’ordinanza di Musumeci, al comma 4 dell’art. 3 Misure aggiuntive di contenimento e di accertamento epidemiologico, recita infatti così:
«È fatto divieto di utilizzo di qualsiasi test di natura sierologica e ad accertamento rapido, fino ad eventuali diverse valutazioni del Comitato Tecnico-Scientifico nazionale istituito presso l’Unità di Crisi. Per i laboratori accreditati con il S.S.R. che dovessero praticare esami non autorizzati secondo le linee guida dettate dall’Istituto Superiore di Sanità viene avviato il procedimento amministrativo di decadenza dall’accreditamento».
E perché mai?
È importante o no sapere quanti asintomatici circolano per le strade si recano sui posti di lavoro?
È vero o no che la probabilità di controllare l’espansione dell’epidemia diminuisce all’aumentare dei tempi di identificazione dei casi positivi, anche asintomatici, e di attivazione dell’isolamento?
È vero o no che tra il 50 ed il 75% degli infetti è completamente asintomatico?
È vero o no che se non si riesce a mettere in quarantena almeno il 70% dei contatti di un positivo non si può riuscire a fermare la malattia?
Attento a non contraddire le insensate direttive dei burocrati della sanità, il Presidente Musumeci dimostra totale inconsistenza politica e totale incapacità di gestire l’emergenza.
Intanto, 7 sindaci lombardi domandano al Presidente Fontana: «Perché la Regione non ha ancora autorizzato l’avvio della sperimentazione dei test sierologici che altre regioni come il Veneto e l’Emilia-Romagna hanno attivato? L’esito di tali test — in abbinamento a un’indagine continua attraverso tamponi — è ritenuto decisivo per certificare l’evoluzione dell’epidemia e l’immunità di chi abbia contratto il virus anche in forma asintomatica».
Rivolgiamo la stessa domanda al Presidente Musumeci.
Ai sindaci siciliani chiediamo invece di attivarsi contro le disposizioni e le inadempienze del Presidente della Regione Siciliana reclamando sin da subito l’attivazione di laboratori locali e una campagna di test ematici rapidi.
Comitato Territoriale Antudo-Lentini