Siracusa: l’Orecchio di Dionisio tra storia e leggenda
Il nostro viaggio alla scoperta dei luoghi e della storia della nostra Isola ci spinge sul versante ionico, nella costa sud-orientale, dove si erge meravigliosa la citta di Siracusa.
La città greca, nonostante il passare dei secoli, non ha visto scalfirsi la sua bellezza: Cicerone nel I secolo a.C. la descriveva come la «più grande e la più bella città greca». Grazie alle sue numerosissime ricchezze storiche, architettoniche e paesaggistiche, Siracusa è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2005, congiuntamente alla Necropoli Rupestre di Pantalica.
Su Siracusa, gioiello della nostra Isola, ci sarebbe tantissimo da raccontare: della sua storia millenaria e delle splendide aree naturali, dell’isola di Ortigia, dei monumenti civili, religiosi e via proseguendo.
La gran parte dei monumenti siracusani giunti sino a noi si trova all’interno del Parco archeologico della Neapolis. All’interno dell’area, che comprende circa 240.000 m² di superficie urbana, sono site alcune delle più imponenti testimonianze della Siracusa greco-romana, come il teatro greco e la grotta del Ninfeo, dove un tempo si preparavano gli attori prima di scendere nel teatro o nell’anfiteatro romano.
Oggi vogliamo soffermarci ad osservare l’Orecchio di Dionisio, l’affascinante grotta artificiale custodita all’interno del Parco della Neapolis.
L’Orecchio di Dionisio
La grotta, conosciuta col nome di Orecchio di Dionisio, si trova nell’antica cava di pietra detta Latomia del Paradiso, sita sotto il teatro greco. Dalla cava i Greci estraevano il materiale necessario alla costruzione di templi, strade e strutture difensive.
Scavata nel calcare, alta circa 23 metri e larga dai 5 agli 11, la grotta si sviluppa in profondità per circa 65 metri, con un insolito andamento ad S e con sinuose pareti che convergono in alto in un singolare sesto acuto, concedendo alla grotta una forma simile a quella di un padiglione auricolare.
La grotta ha suscitato, nel tempo, tanta curiosità sia da parte di archeologi che di fisici, per via delle sue eccezionali proprietà acustiche. Il volume dei suoni al suo interno viene amplificato fino a 16 volte.
Il nome e la leggenda
La particolare acustica e forma della Grotta della Favella, nome originario con cui era conosciuta la grotta, indussero Michelangelo di Caravaggio a soprannominarla Orecchio di Dionigi.
Dionìsio I o Dionigi di Siracusa (430 a.C. – 367 a.C.), detto il Vecchio o anche il Grande, è stato un tiranno di Siracusa, militare e tragediografo. Egli riuscì, prendendo il potere, ad abbattere la democrazia che si era instaurata nella città dal 465 a.C.
Il pittore, che visitò Siracusa nel 1608 in compagnia dello storico siracusano Vincenzo Mirabella, diede così forza alla leggenda cinquecentesca secondo cui il famoso tiranno Dionisio avesse fatto costruire questa grotta come prigione in modo da poter ascoltare, da un’apertura posta in alto, le conversazioni dei prigionieri ingigantite dall’eco. Fu così che, secondo il racconto, Dionisio sventò numerosi colpi di stato, intrighi e tradimenti che venivano organizzati dagli ignari detenuti nella prigione.
Tra i prigionieri più illustri figura il poeta Filosseno, accusato di non saper apprezzare le opere scritte dallo stesso Dionisio. Nella grotta Filosseno scrisse Il Ciclope, una delle sue opere più conosciute.
Tra mito e realtà
Nel Maggio del 2010 è stato pubblicato su ResearchGate un articolo scientifico dal titolo La leggenda dell’orecchio di Dionisio in Siracusa e presentato in occasione della 37esima Conferenza Italiana di Acustica. Il lavoro è stato condotto da un gruppo di studiosi per verificare se nella leggenda ci fosse un fondo di verità. Essi vollero scoprire se nel cunicolo che si affaccia nella parte sommitale della grotta è possibile realmente ascoltare le voci emesse al suo interno con buona chiarezza.
A tale scopo sono state effettuate misure acustiche con l’ausilio di una sorgente sonora sferica omnidirezionale collocata all’interno della grotta in due distinte posizioni. I punti riceventi sono stati invece posizionati in dodici punti a diversa altezza all’interno della grotta e nel cunicolo dal quale il tiranno Dionisio avrebbe dovuto udire le voci dei prigionieri.
Dallo studio è emerso che quando un oratore si trova all’interno della cava, risulta possibile comprenderne la voce dal cunicolo. La leggenda del tiranno Dionisio ha quindi un fondamento di verità scientifica.