I nove Aci di Catania: racconti di una Sicilia antichissima
Aci, prefisso di nove comuni della provincia di Catania, ha origine nei racconti di una Sicilia antichissima. Più precisamente nella Grotta delle Colombe a Santa Maria la Scala, distrutta da una mareggiata. Qui la tradizione popolare ha ambientato gli amori di Aci e Galatea. Una storia intrisa di amore e gelosia, con elementi naturalistici che ci raccontano di fenomeni vulcanici e della nascita di corsi d’acqua. La leggenda di Aci e Galatea è stata, sin dai tempi antichi, fonte di ispirazione per grandi poeti e artisti come Ovidio e Teocrito.
La narrazione si origina intorno all’Etna che – come afferma Giancarlo Santi in Miti e leggende delle grotte dell’Etna – «dal punto di vista umano è un generatore di miti e di leggende, una enorme cassa di risonanza dell’immaginazione».
I racconti nati attorno al Mongibello sono, in effetti, tantissime, proprio perché l’Etna porta in sé un simbolismo tale da renderla un continuo e inesauribile serbatoio di meraviglie: le caverne, e le grotte createsi a causa delle colate laviche, nei miti divenivano dimore di spiriti del bene e del male, o ancora il fuoco vitale del vulcano diventava simbolo di sublimazione e di slancio verso il divino, di purificazione.
La leggenda
Ovidio, nel XIII libro delle Memorfosi, ci racconta la più bella storia d’amore, alla quale fa da sfondo l’Etna. Galatea, bellissima Nereide dalla candida carnagione, era amata sia dal giovane pastore Aci che dall’orrido Polifemo; naturalmente la ninfa ricambiava con ardore l’amore di Aci, disprezzando il ciclope. Costui, accecato dalla gelosia nel vedere i due amanti abbracciati, divelse la cima di un monte e la scagliò sul rivale, uccidendolo.
Galatea disperata chiese allora agli dei che il sangue del giovane si trasformasse in un fiume in cui essa avrebbe potuto immergersi per ricongiungersi ancora all’amato. Fu così che secondo il mito ebbe origine il fiume Aci, un breve corso d’acqua oggi non più localizzabile. Gli abitanti nei pressi del piccolo fiume lo chiamarono u sangu di Iaci.
La leggenda popolare, inoltre, ci racconta che il grosso masso lanciato da Polifemo avesse smembrato il corpo del giovane Aci in nove parti da cui si originarono nove paesi che portano, dunque, il prefisso Aci: Aci Castello, Aci Trezza, Acireale, Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Aci San Filippo, Aci Santa Lucia, Aci Platani e Aci Bonaccorsi.
I luoghi della leggenda
I luoghi in cui, si narra, avvenne l’idillio di Aci e Galatea sono proprio quelli della costa che si sviluppa ai piedi dell’Etna e che fanno da sfondo nei versi di grandi poeti e scrittori.
Qui Euripide e Teocrito posero Polifemo nella sua spelonca a dibattersi tra le pene d’amore per Galatea e le ferite infertegli da Ulisse; Virgilio qui fece sbarcare Enea per salvare Achemenide; Esiodo descrisse la foresta ove Giove appese le spoglie dei Titani; ancora qui, nel bosco di Aci che si stendeva fra Acireale e Mascali, Claudiano condusse Cerere a raccogliere i pini che le sarebbero serviti come fiaccole per cercare Proserpina nella notte.
Molto interessante questo articolo
sul prefisso ACI di nove comuni catanesi.