Autonomia: per la Sicilia niente da festeggiare
Oggi ricorre il settantaquattresimo anniversario dell’Autonomia siciliana. Mentre il governo Regionale festeggia, noi ci chiediamo cosa ci sia da celebrare.
Lo Statuto Speciale della Regione Siciliana venne emanato con regio decreto il 15 maggio del 1946, prima ancora dell’approvazione della Costituzione Italiana.
Ancora oggi alcuni parlano dell’Autonomia come un grande vanto per la Sicilia. Altri, invece, ritengono che il suo potenziale non venga sfruttato a pieno e che, se solo se ne facesse un miglior uso, certamente gioverebbe alla nostra isola. La realtà dei fatti è che lo Stato italiano e i suoi partiti servitori non hanno mai avuto intenzione di applicarla.
Un misero contentino
In pochi sanno – dato che mai nessuno ne parla – che la Sicilia ottenne il titolo di Regione a Statuto Speciale solo perché migliaia di siciliani, tra il 1943 e il 1946, lottarono per l’indipendenza dell’isola dall’allora Regno d’Italia. La concessione dell’Autonomia fu l’atto con cui lo Stato italiano riuscì finalmente a sconfiggere il Movimento Indipendentista Siciliano (MIS) e l’EVIS – l’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia. Dopo anni di lotte per la liberazione della nostra terra e di duri attacchi repressivi da parte dello Stato post fascista, si trovò nell’Autonomia lo strumento definitivo per sedare la voglia di riscatto dei siciliani. Il contentino doveva servire a placare gli animi di una popolazione che a lungo aveva espresso la sua voglia di libertà. Calmate le acque, lo Statuto poteva benissimo diventare carta straccia.
Oltre al danno, la beffa
Per “festeggiare” questa data, il Governo della Regione ha oggi pubblicato sulla sua pagina Facebook un video che mostra alcuni dei tesori più belli del patrimonio storico-artistico della nostra terra. Lo stesso Governo che ha messo in mano la nostra cultura e la nostra identità alla Lega Nord, oggi decide di rendere omaggio all’Autonomia in questo modo. Ci chiediamo a questo punto che tipo di Autonomia difenda, visto che il partito nordista a cui si è alleato è un accanito sostenitore di una variante un po’ diversa: l’autonomia differenziata. Quella che permetterebbe, ancora di più, la concentrazione di risorse nelle mani delle regioni del Nord. Che porterebbe, in Sicilia, a un ulteriore abbassamento della quantità e qualità di servizi essenziali come scuole, asili e ospedali.
Per una memoria alternativa
Siamo sicuri che oggi non ci sia nulla da festeggiare per la Sicilia. Questa data dovrebbe invece diventare il momento in cui onoriamo chi ha lottato e ha perso la vita nella guerra contro lo Stato Italiano per l’indipendenza della Sicilia. Celebriamo figure come quella di Antonio Canepa, ucciso in uno scontro armato con i carabinieri il 17 giugno 1945, e quelle di tutti i siciliani che combatterono nell’EVIS o che si opposero alle scelte del governo provvisorio. Trasformiamo il 15 maggio nel giorno in cui si rilancia la lotta contro chi, ancora oggi, non fa gli interessi della Sicilia e anzi, la svende al primo parassita di turno.