Palermo e Messina: la protesta degli ambulanti
Questa mattina un gruppo di mercatari di alcune zone di Palermo ha messo in atto una protesta. I mercati rionali di Cep, Arenella, Giotto e Falsomiele si sono ritrovati, infatti, esclusi dalla possibilità di riaprire.
L’ordinanza comunale
Sabato 16 maggio il Sindaco della città di Palermo ha annunciato che gli uffici dell’assessorato comunale alle attività produttive avrebbero cominciato a lavorare a una bozza di ordinanza a tutela dei Mercati rionali della città.
Secondo il primo cittadino di Palermo, però, sarebbero mancati ancora atti formali, istruzioni e indicazioni operative sulle prescrizioni da applicare al funzionamento dei mercatini. Nella bozza è stato anche specificato che quattro mercatini non potranno ripartire. Si tratta di quelli delle seguenti zone: Cep, Arenella, Giotto e Falsomiele. Secondo l’assessore al ramo Leopoldo Piampiano, i suddetti mercati risultano incapaci di organizzare un sistema controllato di ingressi, «logisticamente non idonei a garantire le condizioni di sicurezza».
Misure da seguire
Dopo due giorni, gli uffici dell’assessorato hanno presentato la bozza di ordinanza che Orlando avrebbe dovuto firmare dopo i chiarimenti con il Governo centrale e regionale. Il testo, redatto dall’Ufficio di Gabinetto del Sindaco, riporta che l’amministrazione ha predisposto piani di intervento per ciascuna area in cui insistono i mercati. Tra le prerogative: il mantenimento del distanziamento interpersonale; accessi regolamentati e scaglionati in funzione degli spazi disponibili, differenziando i percorsi di entrata e di uscita; informazioni per garantire il distanziamento dei clienti in attesa di entrata con posizionamento di appositi cartelli.
Le proteste dei mercatari a Palermo
A due giorni dalla pubblicazione dell’elenco settimanale degli appuntamenti, gli ambulanti dei mercatini esclusi hanno deciso di organizzarsi e protestare. Questa mattina si sono riuniti in viale Francia e a Falsomiele. Hanno montato le bancarelle senza vendere, rispettando il distanziamento sociale. A presidiare il mercatino di viale Francia è subito sopraggiunta la polizia municipale e quella di Stato. A Falsomiele addirittura i carabinieri in tenuta antisommossa.
«Il pane lo devono guadagnare tutti. Non capiamo questo accanimento nei nostri confronti» – afferma Angelo Pendolino, mercataro della zona. «Ci siamo fatti carico delle spese per acquistare i kit di sicurezza: guanti, igienizzanti, mascherine, reti da cantiere per chiudere gli spazi più ristretti. Non ce la facciamo più. Gli aiuti dello Stato sono inesistenti. Vogliamo una mano».
E’ stata l’amministrazione comunale a imporre l’ulteriore stop. Tra i manifestanti, anche il coordinatore Giovanni Felice che ribadisce ancora una volta che gli ambulanti sono pronti a rispettare le regole anti-Covid. Sono migliaia le famiglie che da mesi non ricevono aiuti dallo Stato e che sono obbligate a stare in casa senza lavorare.
Proteste anche a Messina
Ieri mattina, a Messina, un gruppo di ambulanti ha protestato davanti al palazzo Zanca chiedendo all’Amministrazione la modifica del regolamento comunale in materia di occupazione del suolo pubblico. Chiedono di poter utilizzare spazi di viale Europa come era stato promesso dalla stessa amministrazione. Dicono di essere perseguitati dalla polizia municipale che non li lascia lavorare e alla minima infrazione sequestra la merce ed esegue multe salate. Dicono che in questo modo non si può lavorare, con la paura quotidiana di vedersi sequestrati i prodotti. «Non è bastato questo periodo di chiusura, adesso dobbiamo fare pure i conti con l’irreprensibilità delle istituzioni che non sembrano disponibili a venirci incontro».
Sono migliaia le famiglie che da mesi non ricevono aiuti dallo Stato e che sono obbligate a stare a casa e non lavorare. I mercatari insistono per ottenere la garanzia di un immediato ritorno al lavoro. I sindaci di Messina e Palermo, invece, sembrano fin troppo concentrati su multe e denunce e non pensano a come dare una mano a chi, dopo il lockdown, vuole solo tornare a lavorare senza problemi.