Nuovo flop di Salvini in Sicilia. In migliaia lo contestano
Salvini ieri è tornato.
Salvini ieri è tornato a prendere fischi. Capaci, Porticello, Bagheria, Cefalù, Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo. Il calore con cui i siciliani hanno accolto il leader della Lega Nord è salito con il passare delle ore
In Sicilia non si passeggia
Aveva programmato passeggiate in tranquillità, al fianco del neo assessore Samonà, del segretario della Lega in Sicilia, il lombardo Candiani, e dei quattro candidati – traditori dei siciliani – che hanno scelto di usare il suo simbolo alle amministrative.
Anche questa volta, però, i siciliani gli hanno rubato la scena.
La Lega Nord in Sicilia non è la benvenuta. Le numerose passerelle in programma si sono trasformate in piccole conferenze stampa sotto la protezione delle forze dell’ordine. Dalle piazze si è inoltre ribadita la volontà di togliere al partito del Nord l’Assessorato dei Beni culturali e dell’identità siciliana.
Le tappe previste, il comitato di benvenuto e i cambi di programma
Nel palermitano le tappe previste erano quattro: Capaci, Porticello, Bagheria e Cefalù. Nonostante il goffo tentativo di evitare le grandi città e di sostare solo qualche minuto in ogni luogo, i contestatori lo hanno raggiunto. Fischi, cartelli e cori: questa l’accoglienza dei siciliani riservata al Capitano.
Le tappe finali del tour, quelle in provincia di Messina, sono state le più frizzanti. Il leader del Carroccio ha scelto i comuni in cui si terranno le prossime elezioni amministrative. Quelle che dovevano svolgersi a maggio e sono state rimandate a ottobre a causa del Covid.
A Barcellona Pozzo di Gotto, presso il Parco Maggiore La Rosa, centinaia di residenti lo hanno accolto con cartelli, striscioni, fischi e cori. Ha dovuto urlare per farsi sentire da quelli che gli stavano davanti e dai pochi sostenitori. Dopo 4 minuti era già andato via.
Nel frattempo, la piazza indetta a Milazzo, sul lungomare Garibaldi, si riempiva. Al segnale dell’arrivo di Salvini, in centinaia si sono mossi in corteo spontaneo verso il borgo di Vaccarella. I manifestanti hanno invaso la strada, costringendo le auto della scorta a cambiare tragitto. Hanno provato a raggiungerlo, ma la celere, ovviamente, si è schierata per difenderlo. Qui non gli è stato concesso nemmeno di fare il comizio.
Il tour è continuato in una piazza del centro di Milazzo, Piazza Caio Duilio. Anche in questo caso, cambio repentino di programma. Annullata la passeggiata, il temerario Matteo è stato costretto a rintanarsi in un bar per salutare il candidato sindaco della Lega.
I siciliani mandano Salvini al tappeto
Ieri Salvini era in evidente stato confusionale. In difficoltà, e a corto di idee e parole, a fatica riusciva a farsi sentire dai 4 fan e dai giornalisti.
I siciliani lo sanno bene, la Lega Nord in Sicilia – nel governo della Regione e ad amministrare i Comuni – non ci può stare.
Noi l’avevamo detto, la grande manifestazione del 2 giugno a Palermo ha rappresentato l’inizio di una nuova stagione di lotta per la Sicilia. Una stagione di riscatto, di cambiamento.
Salvini ha proprio scelto il periodo peggiore per fare ritorno in Sicilia. Se pensava di passarla liscia, ha fatto male i conti.
Nonostante i comuni in cui è andato contino poche decine di migliaia di abitanti, si è registrata una grossa partecipazione popolare. Anche questa volta i siciliani non si sono lasciati sfuggire l’occasione per urlargli parassita e ladro.