Rapporto Bankitalia: Sicilia regina delle incompiute
Mentre il Presidente Musumeci è nuovamente tornato a tenere un basso profilo – probabilmente per via degli impegni derivanti dall’imminente campagna elettorale -, il nuovo rapporto della Banca d’Italia ci dice che la nostra terra versa in stato di abbandono.
Emblema della noncuranza delle istituzioni nei confronti della nostra Isola sono, da sempre, le infrastrutture. Per fare un esempio, i comitati dei pendolari siciliani hanno recentemente sottolineato la loro preoccupazione riguardo al raddoppio ferroviario Palermo-Messina. Un’opera utile per la Sicilia, che aspetta di essere ultimata: per completarla mancano ancora 80 chilometri nel tratto Patti-Castelbuono. I comitati ritengono ci sia il forte rischio di aggiungere quest’opera nella lista delle grandi incompiute siciliane. Lista che sappiamo tutti essere molto lunga.
Cosa ci dice il rapporto?
Nel 2017 un quarto delle opere incompiute d’Italia censite dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti era localizzato in Sicilia. La ragione principale? L’esaurimento dei fondi a disposizione.
Il ritardo infrastrutturale della Sicilia – come rilevato dal rapporto della Banca d’Italia – riflette una generale lentezza nella realizzazione delle opere. In particolare, nei processi decisionali tra un livello e l’altro delle fasi di esecuzione.
Le opere concluse sono solitamente quelle di minore importo e l’importo medio delle opere localizzate in Sicilia è più alto di quello nazionale. In generale, alla fine del 2019, delle opere approvate dal 2011 in poi solo il 40% erano concluse, il 30% in fase di esecuzione e il 30% ancora in progettazione. Da segnalare che le opere terminate sono prevalentemente interventi di manutenzione o i progetti meno recenti. Mediamente, il tempo di realizzazione delle opere pubbliche in Sicilia è di 5,4 anni (circa il 60% in più della media nazionale); il 36% di questi occupato dalla sola progettazione.
Le colpe della politica
È chiaro che le colpe di questa situazione sono da individuare nella politica di ieri e di oggi. L’attuale Presidente della Regione è il primo che batte i pugni, fa promesse, punta il dito contro l’Anas. È lo stesso però che dal 2017 a oggi non ha fatto nulla per far arrivare i fondi necessari, per accelerare i lavori delle tante incompiute la cui realizzazione sarebbe fondamentale per l’Isola. A quanto pare, per la politica locale (e non), basta sventolare la bandierina SI ponte a ogni tornata elettorale per mettersi a posto la coscienza. Nel frattempo, le sorti delle infrastrutture siciliane non sembrano interessare a nessuno.