Rapporto Bankitalia: gli effetti del Covid sui bilanci dei Comuni
Il report sulle economie regionali di Bankitalia svela anche un altro aspetto: lo stato dell’arte dei bilanci dei Comuni nel post emergenza sanitaria.
Le entrate: drasticamente ridotte
I bilanci dei Comuni sono stati posti sotto pressione in questi mesi. In particolare su due fronti: le maggiori spese che sono state necessarie durante l’emergenza e, soprattutto, il calo delle entrate. Il blocco delle attività durante il lockdown – e le conseguenti esenzioni a favore di categorie di contribuenti colpiti dalla crisi – hanno ridotto in larga scala le entrate dei Comuni.
Il saldo complessivo di bilancio
Nel rapporto, alla sezione dedicata ai Comuni si legge che, nonostante essi abbiano risentito di rilevanti accantonamenti al fondo di credito di dubbia esigibilità, nel 58% dei casi sono riusciti a ottenere un avanzo di amministrazione. Sulla base della legge di bilancio 2019 l’ammontare complessivo spendibile degli avanzi è di circa 520 milioni di euro.
Per impedire che emergano scompensi finanziari che possano intaccare gli equilibri di bilancio dei Comuni, ogni anno i dati del rendiconto della gestione sono impiegati per valutare le condizioni degli enti rispetto a un insieme di otto parametri definiti dal Ministero dell’Interno.
Nel 2018 il quadro della Sicilia è di squilibrio diffuso. Solo il 10% degli enti non violava neanche uno degli 8 parametri, mentre il 30% non ne ottemperava almeno 3 – contro il 28% del Mezzogiorno e il 64% italiano.
Inoltre, alla fine del 2019, ben 41 Comuni siciliani avevano aderito alla procedura di pre-dissesto (3 in più rispetto all’anno precedente), mentre 39 avevano dichiarato il dissesto dell’ente (erano 23 nel 2018). La quota percentuale della popolazione siciliana coinvolta in questi processi era pari al 33,9% (il 27,6% alla fine del 2018), contro 12,8% della media nazionale. Ovviamente, le conseguenze del Covid-19 saranno devastanti sui bilanci dei Comuni.
I bilanci dei Comuni post Covid-19…
L’imponente riduzione di riscossione di tributi e tasse condurrà, senza interventi straordinari, a una situazione di dissesto generalizzata. Le entrate tributarie ed extra-tributarie che potranno subire un calo a causa del lockdown rappresentano, infatti, il 48% delle spese correnti annue.
In particolare, tra le entrate tributarie si avrà un minore gettito dall’imposta di soggiorno, dall’imposta sulla pubblicità, dall’esenzione al pagamento dell’Imu per le strutture turistiche, dall’esenzione fino a ottobre per la tassa di occupazione di suolo pubblico (Tosap) e dalle esenzioni al pagamento della Tari.
Tra le entrate extra-tributarie si sono già registrate le riduzioni delle entrate per il pagamento del servizio di trasporto pubblico, per gli ingressi nei musei, per le mense scolastiche, per i parcheggi, per le contravvenzioni al Codice della Strada.
… e le ipotesi per il futuro
È presumibile, peraltro, che alla fine delle sospensioni la riscossione dei tributi, a causa del processo di impoverimento generalizzato, sarà comunque di molto ridimensionata. Secondo stime ufficiali le perdite da mancata riscossione sarebbero in Sicilia tra 114 e 352 milioni di euro. Ma c’è da scommetterci che gli effetti devastanti della crisi sanitaria in Sicilia saranno ancora di più.
Gli effetti della riduzione delle entrate hanno obbligato i Comuni a fare ricorso nei primi mesi dell’anno alle anticipazioni di tesoreria. Nei primi 5 mesi del 2020, il 53% dei Comuni siciliani ha fatto ricorso per un volume complessivo pari a oltre un quarto della media nazionale, che corrisponde al 18%. Per attenuare gli effetti della crisi sanitaria il Governo ha stanziato una somma complessiva di 3 miliardi per i Comuni e sono previste somme ad hoc per le mancate riscossioni specifiche. Dal lato delle spese è stato, invece, istituito un fondo nazionale di 6,5 miliardi di euro per il pagamento dei debiti commerciali e la sospensione per un anno del pagamento della quota capitale dei mutui.
Le misure di sostegno non sono sufficienti
A fronte della situazione delineata fin qui, si tratta, evidentemente, di misure non sufficienti a impedire il deterioramento degli equilibri di bilancio dei Comuni.
Noi lo diciamo da prima dell’emergenza. Se i Comuni siciliani non si alleano per portare avanti un dura battaglia contro lo Stato per avere i fondi necessari, andrà sempre peggio. Sempre meno servizi, meno lavoro e più povertà. A pagarne le conseguenze saranno sempre gli stessi, gli abitanti dei territori.