Brasile: sgomberato un accampamento del MST

Brasile: sgomberato un accampamento del MST
Dopo più di tre giorni di resistenza è stato sgomberato dalla polizia uno degli accampamenti del Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST). Circa 450 famiglie vivevano nell’area del fallito zuccherificio Ariadnópolis, in Brasile. Una scuola popolare è stata distrutta con un trattore, insieme a numerose case e coltivazioni.

 

La Polizia appicca il fuoco

La mattina del 13 Agosto la polizia militare ha appiccato il fuoco al campo di Quilombo Grande. L’obiettivo era quello di sfrattare le famiglie brasiliane che da giorni si sono opposte allo sgombero forzato. L’accampamento colpito è situato nello Stato sud-orientale del Minas Gerais, uno dei campi del Movimento dei lavoratori rurali senza terra (MST) occupato 22 anni fa. Lo sgombero è stato realizzato giovedì 14 agosto, dopo che diverse abitazioni e coltivazioni sono state devastate. Tra le case distrutte e i dormitori sgomberati si trova anche la scuola popolare Eduardo Galeano, travolta brutalmente da un trattore.
Il governatore del Minas Gerais, Romeu Zema, ha dichiarato che il suo governo ha difeso il rinvio dello sgombero. Peccato che le forze dell’ordine siano rimaste sul campo senza interrompere la procedura di sfratto dell’accampamento.
 

Tra le terre del MST

Il Movimento Senza Terra in Brasile, da più di 24 anni, è un punto di riferimento fondamentale nella lotta per la riforma agraria. Il movimento è riconosciuto dal governo nazionale e dai governi dei vari Stati brasiliani come il primo interlocutore delle rivendicazioni dei lavoratori rurali senza-terra. Grazie alle numerose lotte, occupazioni delle terre e campagne contro i governi, più di 300 mila famiglie sono riuscite a insediarsi nei vari campi. Negli insediamenti operano circa 1500 scuole pubbliche, che coinvolgono circa 3000 insegnanti per garantire un’istruzione gratuita ai figli dei contadini. Inoltre, 25.000 giovani e adulti sono coinvolti in un programma di alfabetizzazione che porta avanti il MST.
Nell’ambito strettamente economico tantissime associazioni produttive e cooperative regionali favoriscono circa 700 piccoli comuni del Brasile. Infatti, si registra un’ampia produzione agroecologica e le famiglie sono produttrici del riconosciuto Caffè Guaí e responsabili di altre coltivazioni come mais, fagioli, miele, verdure. Secondo il MST, nell’ultimo anno le famiglie hanno prodotto 8,5 mila sacchi di caffè e 1.100 ettari di coltivazioni, con più di 150 specie coltivate senza l’uso di pesticidi.
 

Crisi e repressione

Alla pandemia da Coronavirus si aggiunge la crisi e la repressione dello Stato per l’accaparramento delle risorse. A pagarne le conseguenze sono sempre gli strati più poveri della popolazione.

In questa situazione la lotta del MST non si arresta. Per i senza-terra la priorità rimane quella di democratizzare l’accesso alla terra, distribuire la ricchezza e difendere i diritti dei popoli delle campagne. E ancora: promuovere la creazione di migliaia di posti di lavoro, produrre alimenti per tutto il popolo impegnato contro l’emergenza sanitaria. Tutto al fine di garantire ai contadini condizioni di vita dignitose.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *