Emergenza migranti, Sindaco di Lampedusa: «nessun partito ha trovato soluzioni»
Il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, ieri ha pubblicato una nota sulla sua pagina Facebook nelle stesse ore in cui Musumeci emanava l’ordinanza per la chiusura degli hotspot siciliani. «Lampedusa ha bisogno di risposte concrete ed immediate»
Cambiano i governi ma non la gestione dell’emergenza
«Lampedusa ha bisogno di risposte concrete ed immediate da parte del governo nazionale: è indispensabile avviare immediatamente i trasferimenti per ripristinare condizioni di sicurezza, innanzitutto sanitaria, nel Centro di accoglienza che continua a vivere una situazione inumana di inaccettabile sovraffollamento». Queste le prime parole del sindaco, a seguito delle quali prosegue con un excursus che parte dall’ormai lontano 2009 – quando al governo c’era Berlusconi e il Ministro degli Interni era Roberto Maroni (Lega Nord). Ricorda il sindaco Martello, che Maroni voleva realizzare un maxi-centro di accoglienza sull’isola, in grado di ospitare circa 5.000 persone. In molti si opposero, compreso l’attuale sindaco. E nel 2011, anno in cui scoppiò la Primavera Araba, sull’isola arrivarono più di 7.000 migranti che il governo abbandonò per settimane a Lampedusa. E continua «lo stesso è avvenuto con il primo governo Conte, nel quale Matteo Salvini (Lega) era Ministro degli Interni e sta avvenendo con l’attuale governo Conte, nel quale il ministro degli Interni è Luciana Lamorgese».
Salvini non ha mai chiuso i porti
Con Salvini Ministro degli Interni – nonostante lui voglia far credere il contrario – gli sbarchi non si sono fermati e i porti non sono mai stati chiusi. I decreti dell’allora Ministro hanno avuto l’unico effetto, come ricorda il sindaco, di «lasciare in mare, a bordo di imbarcazioni delle ONG, centinaia di migranti per giorni, in precarie condizioni di salute ed igienico sanitarie, ma tutte quelle persone, prima o dopo, sono state fatte sbarcare sull’isola.»
La nota termina dicendo che «negli ultimi dodici anni, da quando il tema dei flussi migratori e degli sbarchi ha assunto un rilievo politico e mediatico determinante, nessuno dei governi che si sono succeduti, a prescindere dal colore politico e dai partiti che li hanno sostenuti, ha saputo trovare una soluzione vera e concreta […] fino a quando si insisterà nell’affrontare il tema dei migranti con una visione da “tifosi”, e fino a quando si preferirà scaricare sui lampedusani il peso dell’accoglienza facendo di questo fenomeno un pericoloso argomento da strumentalizzare al solo scopo di avere qualche punto di gradimento in più nei sondaggi, non si andrà da nessuna parte e la situazione potrà solo peggiorare, specie in questo momento nel quale all’emergenza umanitaria si è aggiunta l’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus».
Le soluzioni esistono
Insomma, come abbiamo già ribadito qui, le soluzioni esistono e sono praticabili. Come annunciato anche dal sindaco «l’isola può divenire il luogo nel quale provare ad iniziare a discutere con serietà e reale volontà di compartecipazione, e noi siamo pronti a mettere in campo le nostre idee e le nostre proposte in merito, che nascono dall’esperienza vissuta sulla nostra pelle, vista con i nostri occhi, toccata quotidianamente con le nostre mani anche a costo di enormi sacrifici da parte dei lampedusani». A mancare è la volontà politica dei governi, troppo impegnati a costruire sulla fantomatica “emergenza migranti” di Lampedusa una retorica utile solo a riempire la bocca di inutili slogan e proclami. Mai di soluzioni concrete.