Colombia: continuano le proteste contro gli abusi della polizia
In Colombia si sono susseguiti tre giorni di proteste e scontri dopo l’uccisione di un 46 enne colombiano da parte della polizia. Migliaia i colombiani scesi in strada contro gli abusi di potere della polizia; manifestazioni e assalti alle caserme a Bogotá; almeno nove i manifestanti uccisi dalla repressione.
Ucciso a colpi di scariche elettriche
Sono passati tre giorni dall’uccisione di Javier Ordóñez, avvocato colombiano ucciso a colpi di taser dalla polizia in Colombia. La scena è stata registrata da un cittadino di Bogotà con il proprio cellulare e riporta integralmente l’aggressione e la violenza della polizia. L’avvocato quarantaseienne stava per essere arrestato per violazione delle regole di prevenzione del contagio da Coronavirus. Sceso in strada, dopo il coprifuoco, è stato accerchiato e aggredito da due agenti, i quali sono stati sospesi subito dopo la sua morte. Poche ore dopo il decesso, le strade di Bogotà sono state teatro di duri scontri tra manifestanti e polizia. Violente rivolte si sono diffuse rapidamente in varie città colombiane.
Fuoco alle caserme
Le proteste popolari e la rabbia contro la violenza della polizia si sono trasformate in veri e propri assalti alle caserme e ai Comandi di Azione Immediata (CAI) della Polizia. A Bogotà, in particolare nel CAI di Villa Luz, i manifestanti hanno cercato in tutti i modi di incendiare la struttura dove lavoravano i due uomini in divisa coinvolti nella morte dell’avvocato. Altri incendi si sono registrati nelle strade colombiane e nei CAI dei rispettivi barrios, Las Ferias e La Macarena. Sono stati inutili i tentativi mirati a placare le rivolte. Le forze dell’ordine sono arrivate a impugnare le pistole. Il bilancio, dopo tre notti di scontri, conta la morte di sette giovani a Bogotà e altri tre a Soacha, una città vicina alla capitale colombiana. Centinaia i poliziotti feriti durante gli scontri.
Contro gli abusi della polizia che bisogna fare?
Non solo a Bogotà, in questi giorni, si sta resistendo contro gli abusi di potere degli organi repressivi dello Stato. I disordini che si sono verificati anche in altre città colombiane come Medellín, Cali, Barranquilla, Manizales, Pereira e Cúcuta ci dimostrano che le classi subalterne non vogliono più subire la violenza della polizia. Chi scende nelle strade delle città in Colombia, chi a Hong Kong o nei quartieri statunitensi ha deciso di mettere fine, una volta per tutte, alla prepotenza dello Stato e della sua polizia.