Deroghe al DPCM. È solo l’ennesima finta di Musumeci
Il 28 Ottobre la giunta regionale ha finalmente votato il tanto chiacchierato ddl – ultimo cavallo di battaglia del Presidente della Regione Siciliana – che sarebbe servito a derogare le norme nazionali in merito alle misure di contenimento. Anche questa volta, Musumeci non si è smentito: il suo teatrino politico non è servito a portare nulla a casa.
Un modus operandi inconcludente
Nello Musumeci è ormai solito procedere allo stesso modo: prima, fa la voce grossa contro Roma; poi, promette grandi azioni da parte del governo regionale; alla fine non fa nulla, a parte tentare di intestarsi il merito di una battaglia mai combattuta e che non ha prodotto nessun risultato. Anche questa volta, il suo comportamento è stato da manuale. Gli iniziali toni duri contro le misure contenute nel dpcm hanno portato il Presidente a promettere di far arrivare al voto dell’Ars un ddl sul modello di quello emanato dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Un ddl che avrebbe permesso grandi deroghe alle normative nazionali. Dopo una settimana di chiacchiericcio a riguardo, il disegno di legge approvato dalla giunta risulta però agli occhi di tutti una norma inconsistente.
Già il fatto che il governo regionale avesse deciso di muoversi tramite ddl – che prevede tempi di approvazione lunghi, e non sarebbe entrato in vigore prima di fine novembre – e non tramite ordinanza, lasciava presagire che non si sarebbe arrivati a nessuna misura concreta.
La sfida lanciata contro Roma sulle chiusure di teatri e cinema e sulle deroghe a orari di chiusura di pub e ristoranti sembrava poi eccessivamente irrealistica di base. E d’altronde, arrivata sulla stampa la notizia, il Ministro Boccia si è affrettato a chiarire che la misura sarebbe stata subito impugnata. Quando poi è arrivata la notizia che il governo nazionale avrebbe impugnato l’ordinanza anti-chiusure della Provincia autonoma di Trento, era chiaro che non se ne sarebbe fatto nulla. Troppo rischioso per Musumeci mettersi faccia a faccia con Roma.
Cosa prevede il ddl?
La proposta di legge varata il 28 Ottobre è stata la conferma di tutti i presagi. Il ddl si configura come un testo molto generico, formato da soli 4 articoli, che non garantisce alcun tipo di deroga nel breve periodo e che non consente nulla che il governatore non avrebbe potuto attuare tramite ordinanza. Non contando poi che si dovranno comunque attendere le tempistiche di voto dell’Ars prima che possa entrare in vigore.
Per l’ennesima volta, Musumeci riconferma la sua incapacità – o meglio, mancanza di volontà – d’azione. Nessuno scontro con Roma – che, anzi, alla fine ha anche dichiarato pubblicamente di non voler avere – e nessun cambiamento sostanziale per le migliaia di lavoratori e lavoratrici siciliane che al momento si ritrovano avvolti nella precarietà. Il Presidente ha portato a casa per l’ennesima volta solo fumo negli occhi.