Comitati per la salute in piazza: «per una sanità a misura di territorio»
Questo pomeriggio si è tenuta la mobilitazione regionale organizzata dal coordinamento « Comitati per la Salute – Sicilia»: fiaccolate per il diritto alla sanità territoriale e il diritto alla salute.
Le fiaccolate
Monta la protesta dei comitati siciliani per le condizioni in cui versa il sistema sanitario regionale. Dalle 18:00 a Palermo, Partinico, Castelvetrano, Lipari, Pantelleria e Leonforte si sono tenute delle fiaccolate per riportare l’attenzione sulle carenze della sanità siciliana. Carenze che esistono da anni e che stanno emergendo con forza durante questa emergenza.
A organizzare la giornata di mobilitazione regionale è il neonato coordinamento «Comitati per la Salute – Sicilia» a cui aderiscono i comuni di Palermo, Castelvetrano, Leonforte, Lipari, Pantelleria, Giarre, Noto e Piazza Armerina.
A Palermo l’appuntamento era alle 18:00 a Piazza Verdi (Teatro Massimo). Qui la manifestazione è stata organizzata dall’Ambulatorio popolare Centro storico. Lo striscione esposto riportava la frase: «Rete sanitaria al collasso, presentiamo il conto a Musumeci».
A Pantelleria e Partinico i comitati Pantelleria vuole nascere e Partinico c’è, insieme agli abitanti, si sono incontrati di fronte ai rispettivi ospedali per dimostrare alla politica che non si fermeranno finché non raggiungeranno i loro obiettivi: potenziamento e strutture sanitarie accessibili a tutti.
A Lipari un grande striscione, rivolto all’assessore Razza, è comparso in un punto simbolico dell’isola .
Anche Castelvetrano e Leonforte i piazzali degli ospedali hanno ospitato tantissime persone alle fiaccolate promosse dai comitati Orgoglio Castelvetranese e Comitato pro-ospedale Leonforte.
Lo stato della sanità
Leggi nazionali e piani regionali hanno portato e porteranno alla chiusura di numerosi reparti e ospedali proprio in quei territori dove la presenza di strutture sanitarie efficienti e accessibili, è vitale. Parliamo di quartieri popolari, isole minori e piccoli comuni. Interi territori – e quindi centinaia e centinaia di siciliani – minacciati dalla possibilità di essere costretti a percorrere chilometri e chilometri per eseguire un operazione, sottoporsi a cure mediche specialistiche o semplici visite. C’è chi è addirittura costretto a lunghi viaggi in mare per andare a partorire. questo è il caso di Pantelleria.
La situazione è peggiorata con la diffusione della pandemia. I ritardi del governo Musumeci nell’attuazione del piano di riordino hanno portato interi ospedali dell’isola a concentrarsi solo sui casi Covid. Questo ha comportato un ulteriore ridimensionamento del già carente servizio ordinario, compresa la gestione dell’emergenza-urgenza.
Ripensare da zero il sistema sanitario
I comitati per la salute scesi in piazza oggi hanno ribadito la necessità di ripensare da zero il sistema sanitario regionale e quindi ribaltare la gerarchia delle priorità vigenti. A un sistema basato su logiche aziendali e quindi sul profitto, va sostituita una rete sanitaria che metta al centro i territori e le esigenze che questi esprimono. Una sanità accessibile e gratuita.
Alcuni manifestanti annunciano che sono in piazza anche per mettere in discussione la gestione sanitaria del governo regionale.
«Siamo in piazza anche per pretendere che Musumeci e Razza si assumano la responsabilità della precaria condizione in cui si trova la rete sanitaria e chiedano scusa ai siciliani per i sacrifici che dovranno continuare a fare a causa della loro cattiva gestione dell’emergenza».
Questa la posizione dell’Ambulatorio popolare centro storico, promotore della fiaccolata a Palermo.
Parole che fanno riferimento alle conseguenze che la cattiva gestione sta avendo anche sull’economia dell’isola. La rete sanitaria non era pronta a questa seconda ondata; questo ritardo ha comportato l’inserimento della Sicilia tra le regioni «zona arancione». Decisione che ha sancito la chiusura di locali, bar e ristornati non solo dopo le 18, ma per tutto il giorno. Una chiusura, che per molti potrebbe essere definitiva, che avrà enormi ricadute sull’isola.