Finanziaria 2021. Dove andranno i fondi?
La Legge di Bilancio per il 2021 è approdata in Parlamento per il via libera definitivo. Dopo tanta attesa, il contenuto, però, lascia un po’ a desiderare. Dalla bozza pare chiaro che il governo voglia destinare poco a scuola, ricerca, cultura, sanità e tanto alle grosse aziende.
Un mese dopo la prima approvazione “salvo intese” del 18 ottobre, il Consiglio dei Ministri ha approvato la Finanziaria 2021. Adesso passerà alla Commissione Bilancio della Camera. 228 articoli e circa 38 miliardi a disposizione. Il ministro dell’economia Gualtieri si dimostra soddisfatto: «la manovra potrà essere per certi aspetti potenziata. Rafforzeremo l’intervento sia sul 2020 che sul 2021 attraverso lo scostamento di bilancio. Una manovra così su investimenti, occupazione, equità non la si vedeva da molto tempo» – ha affermato.
La ripartizione delle risorse
A cosa serviranno i soldi inseriti nella finanziaria? Da quel che si legge nella bozza, circa 12 miliardi andranno in misure inerenti al mondo del lavoro. Con 5,3 miliardi verrà rifinanziata la cassa integrazione, 5,7 miliardi verranno invece utilizzati per la decontribuzione del 30% per tutti i lavoratori del Sud. Poi ci sono gli sgravi fiscali del 100% per chi assume giovani e donne.
A parte questo, il resto pare essere votato agli incentivi alle imprese. E infatti 14 miliardi – più di un terzo del totale – andranno alle imprese con incentivi per il comparto tecnologico e green; ci sono poi 4 miliardi per i ristori delle imprese incappate nel lockdown durante il 2020.
Per scuola e sanità restano le briciole: 4 miliardi per risanare il sistema sanitario e solo 1,2 miliardi per scuola e ricerca. Rispetto alla sanità, sono previsti aumenti di stipendio, dal 1° gennaio, per medici e infermieri. Una mossa che continua a dimenticare 19 profili di professionisti sanitari, dai tecnici agli OSS, che in questi mesi sono stati in prima linea con medici e infermieri.
Di questi 38 miliardi, 14 dovrebbero venire dal Recovery Fund. Ci si chiede, però, quando questi soldi arriveranno. E infatti proprio ieri è arrivato l’ennesimo stop da parte di Ungheria e Polonia. Tutto è rimandato al prossimo summit del 10 e 11 dicembre. Già così, i tempi per l’erogazione dei primi fondi si allungherebbero all’estate. Ma al momento il rischio che salti tutto non è escluso.
Nulla di buono all’orizzonte
Nonostante questa crisi abbia fatto emergere senza mezze misure quali siano le criticità della nostra società, ministri e funzionari di Stato pare abbiano intenzione di mettere sanità, cultura e formazione ancora una volta in secondo piano. Su 38 miliardi neanche 10 verrebbero complessivamente spesi per questi settori. Questo dato ci riconferma che i veri assistiti di questo paese sono le aziende, non i lavoratori e i cittadini tutti.