Il governo regionale perde l’occasione del Recovery Plan
Sul tavolo del Consiglio dei Ministri, lunedì 7 dicembre, è stata posata la bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Next Generation Italia. Assente il Ponte sullo Stretto.
Mentre il governo siciliano piagnucola contro Roma, per la Sicilia si concretizza l’ennesima occasione sprecata.
Roma dice NO al Ponte
«Non fare nulla, per l’attraversamento stabile dello Stretto, sarebbe il più grave fra gli schiaffi inferti dal Governo Conte ai sogni e alle necessità della Sicilia e dell’intero Mezzogiorno d’Italia». Con questa frase si conclude una dichiarazione dell’Assessore regionale alle infrastrutture Falcone.
Secondo l’Assessore, l’esclusione del Ponte dai progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarebbe un danno per tutti i siciliani e i meridionali.
Rassicuriamo l’Assessore: l’esclusione del Ponte sullo Stretto dal Recovery Plan è senz’altro un’ottima notizia. Il territorio sarà così risparmiato dall’edificazione di una nuova grande opera devastante e inutile – evitando, tra le altre cose, di regalare fior di quattrini alle grandi imprese di costruzioni.
Il Presidente Musumeci, l’Assessore regionale all’Economia Armao e lo stesso Falcone dovrebbero ora assumersi le loro responsabilità e andarsene. Aver puntato così tanto su un cavallo zoppo come il Ponte sullo Stretto (che avrebbe, peraltro, risucchiato una grande fetta delle risorse del Recovery Fund destinate alla Sicilia) è stata una scelta sconsiderata, utile solamente a lasciarci con le mani vuote.
Recovery Fund: ennesima occasione mancata
Il Recovery Fund sarebbe stato un’occasione unica per ridurre il gap tra Nord e Sud Italia, per fare finalmente ripartire la Sicilia. Il compito mancato del governo regionale era quello di cogliere questa occasione presentando progetti che seguissero le linee guida del piano e che, allo stesso tempo, fossero utili a chi vive in Sicilia. La gran parte dei siciliani avrebbe voluto vedere realizzati ben altri progetti in questo momento storico. Sono ancora una volta rimasti fuori interi settori strategici per la nostra isola: sanità, edilizia scolastica, infrastrutture interne, agricoltura.
Ciò che l’esclusione del Ponte sullo Stretto dal Recovery Plan evidenzia è l’incapacità da parte del governo siciliano di avere un’idea di futuro nell’isola. L’essersi lanciati con fermezza sulla proposta del Ponte pur di presentare qualcosa a Roma ci dice quanto scarsa sia la capacità progettuale dell’entourage di Musumeci.
Dei 209 miliardi del fondo, alla Sicilia ne andranno circa 20. Un gruzzoletto niente male della cui spesa si sa poco. Sappiamo solo che quasi 7 miliardi verranno utilizzati per l’efficientamento della tratta ferroviaria Palermo-Messina-Catania; che qualcosa verrà spesa per la riconversione dell’ex Manifattura tabacchi di Palermo in auditorium e per la costruzione di piccole centrali elettriche nelle isole minori siciliane.
Il governo regionale ha avuto la sua possibilità di indirizzare quei fondi e l’ha sprecata. Adesso tocca ai siciliani intraprendere una battaglia per far sì che vengano spesi per opere veramente utili ai territori.