Corsica, occupata la Prefettura: «libertà per i prigionieri politici»

Corsica, occupata la Prefettura: «libertà per i prigionieri politici»
Questa mattina un gruppo di giovani corsi ha fatto irruzione presso i locali di Palazzo Lantivy, sede della Prefettura, – e l’ha occupata – per denunciare il trattamento riservato da parte dello Stato francese ai prigionieri politici Alan Ferrandi e Petru Alessandri, protagonisti del caso Erignac (ne avevamo parlato qui).

 

L’azione

Un gruppo di giovani, tra cui il figlio del signor Ferrandi, è entrato nel palazzo della prefettura della Corsica. Hanno esposto uno striscione con su scritto Libertà per Ferrandi.

L’obiettivo era entrare nell’ufficio del prefetto per chiedere: il ritiro dello stato di DPS (prigiuneru particularamente survegliati) per Alain Ferrandi e Petru Alessandri e l’avvicinamento dei prigionieri politici in Corsica, attualmente detenuti in Francia.

I due prigionieri facevano parte del «commando Erignac» e sono stati accusati dell’uccisione del prefetto Erignac, avvenuta il 6 febbraio del 1998. «L’arresto è avvenuto 22 anni fa» ci racconta Antea Ferrandi, cugina di Alain «dopo 18 anni c’è la possibilità di chiedere almeno il rientro in patria e scontare la pena qui, ma nulla ancora è stato fatto. Senza il ritiro del DPS non è possibile rientrare in Corsica».

I manifestanti sono stati ricevuti dal coordinatore della sicurezza della Corsica e si sono rifiutati di lasciare i locali dopo l’incontro. La polizia ha provato a farli uscire, ma i manifestanti si sono opposti con la forza rimanendo dentro i locali. Alcuni funzionari della prefettura, poliziotti e manifestanti sono rimasti feriti.

 

Le rivendicazioni

 

Sono giorni di protesta in Corsica. I giovani sono i protagonisti di questa lotta. Chiedono lo status di residente, l’ufficialità della lingua corsa, lo status fiscale «che avrebbe potuto permettere, in questo periodo emergenziale, di avere entrate necessarie per far fronte alla crisi economica», la piena autonomia, la liberazione dei prigionieri politici, la fine dell’iscrizione al FIJAIT (registro per i terroristi condannati) e della repressione. Le azioni si oppongono pure alla decisione di mantenere lo stato di DPS (detenutu particularmente survegliatu).

Questo sabato i militanti di Ggjiuventu libera (gruppo giovanile di Corsica Libera) avevano manifestato contro le violenze della polizia e le provocazioni da parte dello Stato francese davanti una delle ambasciate francesi presenti in Corsica.

In quell’occasione avevano annunciato che sarebbero seguite diverse azioni. Proteste che cesseranno solo con l’apertura al dialogo dello Stato francese in merito a tutte le richieste per cui il popolo corso ha votato democraticamente.

 

A Francia fora!

A poche settimane della partecipata manifestazione in Corti , queste azioni dimostrano come i corsi – e soprattutto i giovani – muoveranno le piazze finché non otterranno ciò che chiedono.

«Finché lo Stato non darà segni concreti di un reale cambiamento, ci mobiliteremo. Quando pensi di andartene e non tornare mai più. Oggi più che mai, A FRANCIA FORA!» – si legge nei loro comunicati.

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