Parco Eolico isole Egadi: i sindaci del trapanese dicono NO

Parco Eolico isole Egadi: i sindaci del trapanese dicono NO
Ieri mattina è arrivato il No della metà dei Comuni della provincia di Trapani al progetto del Parco Eolico off-shore al largo della costa occidentale siciliana.
I sindaci hanno preso la decisione di esprimere parere sfavorevole alla richiesta di concessione in una video conferenza. Il progetto che inizialmente era stato presentato dalla Renexia Spa, dal 12 aprile è stato preso a carico da una nuova società, la Med Wind Italia S.r.l.

 

L’ennesimo no delle istituzioni locali

È così che si allarga il coro dei no al progetto sull’eolico. I sindaci delle isole si erano già espressi e con la delibera di ieri è arrivata anche l’opposizione dei sindaci della provincia. Mancano adesso all’appello solo alcuni comuni del trapanese che dovrebbero esprimersi nei prossimi giorni.

La presa di posizione di ieri arriva nell’ambito della seconda proroga chiesta dai Comuni della provincia di Trapani – a firma del sindaco del comune capofila Giacomo Tranchida – che insieme ai portatori di interesse, il 2 marzo avevano richiesto altri 30 giorni per ulteriori osservazioni e per acquisire più elementi. La richiesta di concessione demaniale, arrivata il 29 gennaio, accompagna un progetto che prevede un investimento di 9 miliardi di euro.

 

Le nuove osservazioni

Il 6 aprile erano arrivate nuove osservazioni fornite dalla Fondazione Tonni e Tonnare con la collaborazione dell’Osservatorio della Pesca Gioacchino Fazio – quest’ultime si andavano ad aggiungere alle altre osservazioni di cui avevamo parlato qui.

La riunione di ieri ha analizzato le suddette osservazioni e, in particolare secondo la Fondazione Tonni e Tonnare, la risorsa eolica stimata dal proponente risulterebbe maggiore rispetto alla disponibilità effettiva. La producibilità calcolata risulterebbe, pertanto, sovrastimata. Per quanto attiene all’interconnessione elettrica, il quadro economico del proponente sembrerebbe sottostimare i costi complessivi delle opere di connessione. Sul fronte degli impatti ambientali e socio-politici, si rileva la mancanza di valutazione dei costi delle opere di mitigazione e compensazione. Infine da un’analisi in termini di redditività, emergono per l’impianto in argomento difficili condizioni in merito alla sostenibilità e candidabilità a contribuire a una celere ed efficiente decarbonizzazione del paese.

 

L’ultima parola ai Ministeri

Su questi quattro punti la maggior parte dei sindaci del trapanese si sono espressi ieri. A giorni lo faranno i restanti.

Ieri si è inoltre richiesta «la sospensione della procedura autorizzativa fino alla conclusione della procedura di V.I.A. e quindi della effettiva verifica della compatibilità ambientale dell’opera». All’arrivo della loro decisione si chiuderà il periodo di consultazione degli enti locali e la decisione passerà agli organi statali competenti: spetta ai Ministeri infatti l’ultima parola.

I Ministeri dovrebbero necessariamente tenere conto della volontà univoca delle comunità e degli enti locali; non ci stupirebbe però che le istituzioni nazionali decidessero per l’ennesima volta di scavalcare le decisioni dei territori e imporre opere devastanti in nome dell’interesse nazionale. Le comunità vigileranno l’evoluzione di questa vicenda, pronte a opporsi con ogni mezzo a questo progetto.

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