A Palermo è emergenza rifiuti. Ma siamo solo all’inizio

A Palermo è emergenza rifiuti. Ma siamo solo all’inizio
È di nuovo emergenza rifiuti a Palermo. Negli ultimi giorni, le periferie si sono ritrovate letteralmente sommerse da rifiuti, con più casi di cassonetti incendiati nella notte. Le inadempienze della Rap – la partecipata del Comune che si occupa della raccolta rifiuti – sono dovute al focolaio di Covid-19 scoppiato fra i dipendenti.  Nel resto della Sicilia la situazione non migliora.

 

Rap: dipendenti in quarantena

Sono 15 i dipendenti della Rap positivi al Coronavirus. Lo stesso presidente della S.p.a, Giuseppe Norata, si trova in isolamento preventivo poiché entrato a contatto con alcuni di loro. L’azienda conta circa 1800 addetti alla raccolta rifiuti. In tempi ordinari, 600 di questi si occupano dell’indifferenziata. Al momento, oltre alle normali assenze e al personale costretto in casa in attesa dell’esito del test sierologico, molti lavoratori in 104 hanno preferito non recarsi a lavoro, mentre altri si sono messi in malattia per paura del contagio. Rimangono all’incirca 200-300 dipendenti attualmente al lavoro.

 

6.000 tonnellate da raccogliere, con l’aiuto dei privati

La carenza di personale ha subito mandato in tilt la raccolta. Sono circa 400 le tonnellate di rifiuti che ogni giorno, da ormai una settimana, la Rap non riesce a raccogliere. In totale, si stima che siano 2.500 le tonnellate di immondizia rimaste in strada al momento. Ma una soluzione non arriverà a breve. Infatti, secondo quanto stimato dai tecnici della Rap, anche se tutto il personale tornasse al lavoro entro il 25 settembre, l’emergenza rifiuti potrebbe perdurare un altro mese, fino al 25 ottobre. In totale, 45 giorni di immondizia per le strade, con giorni in cui per le strade rimarrebbero tra le 5.000 e le 6.000 tonnellate di spazzatura.

All’incapacità dell’azienda di tenere in sicurezza i lavoratori si aggiunge quella di non aver saputo risolvere il problema. E infatti, all’iniziale richiesta d’intervento dell’esercito si è sostituito l’avvento dei privati. Sono già state reclutate due aziende private per aiutare gli equipaggi interni a togliere le 2.500 tonnellate di immondizia rimaste in strada. Il costo in più, per i conti già poco floridi della partecipata, sarà di circa 7 mila euro al giorno, a cui sottrarre i risparmi dovuti al fatto che mezzi e personale non escono.

 

L’emergenza regionale

Ma la situazione non si presenta emergenziale solo nel capoluogo. A livello regionale, al tema non è riservata l’attenzione che spetterebbe.

A Trapani, l’incendio che ha coinvolto la discarica locale e, in particolare, l’impianto di trattamento meccanico biologico, ha portato la Regione a ordinare il conferimento presso una discarica privata, la D’angelo Vincenzo S.r.l.

Prima dell’incendio, presso la Trapani servizi conferivano 500 tonnellate di rifiuti al giorno. Adesso, il direttore del dipartimento regionale rifiuti ha concesso alla D’angelo di riceverne la metà, con possibilità di deroga a seconda dello spazio a disposizione che la discarica privata possiede.

Nel siracusano invece, il sindaco di Lentini, Saverio Bosco, ha recentemente fatto appello al Presidente della Regione. La famiglia Leonardi, attraverso la GESAC s.r.l, ha chiesto al Comune la procedura semplificata per la costruzione di un’altra discarica, in contrada Scalpello. La GESAC di Agata Leonardi ha infatti richiesto l’autorizzazione via-vas alla Regione. Per questo motivo, il sindaco chiede l’intervento di Musumeci. «La Regione ha la possibilità di arrestare questo triste destino, al quale la nostra comunità non si rassegnerà mai. Troppo alto il prezzo pagato, in termini di morti e ammalati di patologie tumorali» – ha affermato Bosco.

Sono tanti i Comuni che si trovano sull’orlo dell’emergenza rifiuti. L’impreparazione davanti alle misure di prevenzione e contrasto del virus non fa altro che peggiorare una situazione che non si è mai riusciti a gestire. Nel frattempo, il governo regionale continua a fare finta di nulla, lasciando le strade piene di munnizza.

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