A19 interrotta: uscita forzata a Tremonzelli per i tir
Dopo la chiusura di un tratto dell’autostrada A19 (Palermo-Catania) al transito dei mezzi pesanti, per gli autotrasportatori arriva il divieto anche per il percorso alternativo, la sp19.
Dal 20 dicembre, giorno in cui l’Anas ha chiuso il tratto autostradale che va dallo svincolo di Resuttano a quello di Ponte Cinque Archi, i mezzi oltre le 3,5 tonnellate erano stati dirottati lungo la strada provinciale (sp19) che attraversa i centri abitati del territorio delle Cinque Valli. La cosa aveva preoccupato non poco sia i cittadini della zona che gli autotrasportatori. La strada da percorrere, come la maggior parte delle provinciali siciliane, versa in uno stato disastroso e non risulta per niente adatta al passaggio dei camion.
Lo scorso 14 gennaio un camion percorrendo il tratto alternativo era uscito fuori strada nei pressi del centro abitato di Resuttano, verosimilmente a causa della presenza di fango lungo la carreggiata. Probabilmente per questo e per l’insistenza dei cittadini della zona, l’ex Provincia di Caltanissetta ha annunciato la chiusura al transito dei mezzi pesanti lungo la sp19.
L’Anas, questa mattina, ha dovuto indicare un nuovo tragitto alternativo. In una nota si legge: «il percorso alternativo per i mezzi eccedenti le 3,5 tonnellate, come indicato dai pannelli a messaggio variabile lungo l’autostrada prevede l’uscita allo svincolo di Tremonzelli e, dopo aver percorso le strade statali 120, 117, 121 e la strada provinciale 33, il rientro in autostrada allo svincolo di Mulinello. Tale disposizione si è resa necessaria in seguito all’istituzione, da parte del Libero consorzio di Caltanissetta, del divieto di transito ai mezzi pesanti lungo la provinciale 19».
Se la prima soluzione dell’Anas risultava impercorribile, la seconda non è esente da problemi. Per gli autotrasportatori le cose si complicano: devono attraversare tre statali e una provinciale. Un percorso ancora più lungo.
In Sicilia le autostrade sono a rischio crollo. Statali e provinciali – che dovrebbero rappresentare alternative – si presentano in condizioni disastrose, evidenziate da periodici disagi e incidenti. Questo è lo stato delle infrastrutture della Sicilia. Di messa in sicurezza e interventi di manutenzione e miglioramento non se ne parla.