Trapani, detenuto aggredisce quattro agenti
Ieri mattina, nel carcere di Trapani, un detenuto ha aggredito un agente di Polizia penitenziaria lanciandogli una mela sul volto, successivamente si è scagliato contro altri tre agenti sopraggiunti per trasferirlo in un altro reparto detentivo.
Gli agenti sono stati trasferiti presso l’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani per accertamenti medici.
L’ennesimo caso di violenza dentro una casa circondariale. Nemmeno una settimana fa, sempre nella stessa struttura, si era verificato un altro episodio di questo tipo e qualche settimana fa nella casa circondariale di Barcellona PG un detenuto dell’ottavo reparto del carcere, quello di salute mentale, aveva aggredito un agente di polizia. Il reparto oggetto della discussione, però, non dovrebbe trovarsi all’interno di una casa circondariale e i detenuti che lo occupano non dovrebbero avere a che fare con agenti della polizia penitenziaria.
Ancora una volta a Trapani, il sindacato di polizia non tarda a diffondere il solito comunicato in cui lamenta un aumento dei casi di violenza e la necessità di inasprire le pene per coloro che commettono queste aggressioni. Si legge nella nota del sindacato: « Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede intervenga immediatamente, diramando una circolare già pronta da mesi che dovrebbe cominciare a ristabilire gli equilibri all’interno delle carceri tra chi deve farsi la galera nel rispetto delle regole penitenziarie e chi ha il dovere di farle rispettare».
Leggiamo sempre più spesso notizie di questo tipo che vengono narrate da un punto di vista ben preciso, quello di chi vuole demonizzare questi episodi senza però ricercarne e analizzarne le cause. Sono note a tutti le condizioni in cui versano le carceri; sovraffollate, inadeguate e fatiscenti, condizioni che creano i presupposti e causano la rabbia di chi le vive. Queste situazioni dovrebbero essere attenzionate, discusse; invece le uniche occasioni in cui vengono accesi i riflettori sul carcere sono le aggressioni agli agenti di polizia. Non interessa all’opinione pubblica quello che succede nel quotidiano di questi luoghi, quali sono le problematiche o i disagi che i detenuti sono costretti a subire. Come abbiamo già sottolineato in precedenza, le carceri sono una bomba ad orologeria e se il problema non viene affrontato in fretta e alla radice, a un certo punto non sarà più possibile, neanche sul piano della narrazione ufficiale, scaricare la colpa ai detenuti.