Agricoltura: la proposta per sottrarre alla Sicilia 400 milioni

Agricoltura: la proposta per sottrarre alla Sicilia 400 milioni
Lo Stato italiano, nella figura del Ministero per le Politiche Agricole, ha avallato una proposta che, se approvata, vedrebbe 84 milioni del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) sottratti alla Sicilia nell’arco di due anni.

 La proposta, presentata dalla Regione Veneto e sostenuta da quattordici altre regioni, è volta a sostituire i criteri di riparto del FEASR con nuovi criteri che non guarderebbero più alla perequazione territoriale, bensì agli interessi delle aree più produttive. 

 

La nuova proposta di riparto dei FEASR

Il 28 dicembre 2020 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea veniva pubblicato il Regolamento UE 2020/2220 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 dicembre 2020. Il Regolamento stabilisce alcune disposizioni transitorie relative al sostegno da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) negli anni 2021 e 2022. Le disposizioni transitorie si sono rese necessarie per «consentire ai beneficiari una transizione agevole verso un nuovo periodo di programmazione» che sarebbe dovuto iniziare nel 2020, ma per il quale si è reso necessario continuare ad applicare l’attuale quadro della PAC per un periodo aggiuntivo di due anni.

Al punto 4 del Regolamento, la Commissione aveva specificato che «l’Unione dovrebbe continuare a concedere tale sostegno durante il periodo transitorio alle condizioni dell’attuale quadro della PAC». Di questo punto non sembra però tener conto la Proposta di ripartizione dei fondi assegnati all’Italia nel settore dello sviluppo rurale per gli anni 2021 e 2022 inviata il 24 marzo 2021 dal Capo di Gabinetto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali alla Segreteria della Conferenza Stato-Regioni.

La proposta prevede l’introduzione di nuovi «criteri oggettivi» per il riparto delle risorse FEASR che andrebbero a sostituire il «criterio storico» sino ad ora utilizzato. La proposta di scenario transitorio prevedrebbe la ripartizione dei fondi nel seguente modo:

  • 2021: 70% criterio storico e 30% criterio oggettivo
  • 2022: 70% criterio oggettivo e 30% criterio storico

I criteri oggettivi presentati nel documento del Ministero ricopiano quelli contenuti in una precedente proposta, inoltrata il 26 gennaio 2021 dall’Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto alla Commissione Politiche Agricole. La proposta era stata inviata anche a nome degli Assessori delle Regioni Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Valle D’Aosta e Province Autonome Di Bolzano E Di Trento. Al suo interno vengono delineate le caratteristiche dei suddetti “criteri oggettivi”. Per il calcolo dell’indice oggettivo di riparto (siglato IRP) si considerano una serie di parametri per ognuno dei quali è previsto un diverso fattore di ponderazione.

 

L’effetto dei criteri oggettivi sul FEASR

L’utilizzo dei nuovi criteri, per come presentati dalla Regione Veneto e ripresi nella proposta ministeriale, produrrebbe un incremento delle risorse a disposizione delle quindici regioni proponenti, a discapito delle sei restanti regioni – Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Umbria – che vedrebbero inevitabilmente i loro finanziamenti per lo sviluppo rurale diminuire.

Come si legge nella tabella allegata, la proposta del Mipaaf andrebbe a spostare risorse dalle sei regioni meridionali colpite dall’effetto dei nuovi criteri oggettivi per dirottarle verso le altre regioni. Così, se tramite il criterio storico alla Campania spetterebbe l’11,79% delle risorse totali del FEASR, con l’utilizzo dei criteri oggettivi questa percentuale verrebbe dimezzata, scendendo all’5,82% – con una perdita complessiva di più di 104 milioni di euro in due anni, un terzo delle risorse che gli spetterebbero seguendo il criterio storico. Per la Sicilia si passerebbe invece dall’attribuzione del 14,21% delle risorse complessive al 9,37% – per una perdita di 84 milioni e mezzo.  La proposta, se applicata secondo la nota ministeriale per tutta la programmazione 2021-2027, causerebbe alla Sicilia una perdita di risorse finanziarie complessiva stimata attorno ai 400 milioni di euro.

 

Il NO delle regioni meridionali

Contro l’utilizzo dei nuovi criteri si sono espressi gli Assessori regionali di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Umbria in una nota diretta al Ministro delle Politiche agricole Patuanelli. Nel documento viene innanzitutto messa a critica la presunta “oggettività” dei nuovi parametri, «come se fossero portatori di una verità scientifica». I nuovi criteri oggettivi che dovrebbero essere utilizzati, fanno notare, sono criteri già utilizzati in altre circostanze e cioè per l’applicazione delle risorse assegnate per il de minimis. L’aiuto de minimis è utilizzato in agricoltura, di norma, per soddisfare esigenze emergenziali, dovute spesso a calamità naturali e/o a epizoozie e quindi volte al risarcimento di un danno. Si legge anche nella proposta del Ministero che i criteri oggettivi «poggiano su indicatori e parametri di ponderazione in gran parte utilizzati anche per il riparto degli aiuti de minimis».  Gli Assessori regionali hanno ricordato come questi criteri, tenendo conto del peso della Produzione lorda vendibile (PLV), hanno privilegiato le regioni che utilizzano frequentemente tale strumento sia perché possono contare su risorse proprie sia perché in tali regioni si concentrano le principali produzioni agricole nazionali. Le risorse del FEASR, invece, sono esclusivamente destinate a colmare il divario tra le aree più ricche ed evolute e le aree più povere e marginali.

La ricerca di nuovi criteri dovrebbe, piuttosto che basarsi su criteri “oggettivi”, poggiare su indici “idonei” a rispondere agli obiettivi generali dello sviluppo rurale: quelli della perequazione, della diminuzione del divario e della crescita dei territori più arretrati.

 

La solita vecchia storia

Le regioni, prevalentemente del Nord, che si sono fatte promotrici di questa proposta, nel caso in cui venisse attuata, ne uscirebbero come le indubbie vincitrici. Come al solito, lo Stato italiano – questa volta nella figura del Mipaaf – si muove in una sola direzione: quella di sottrarre risorse alla Sicilia per traghettarle verso le regioni del Nord. Non sorprende che la capofila di questa proposta sia la Regione Veneto, guidata da un governo leghista. E non stupisce neanche che un cartello di regioni si metta d’accordo per sottrarre risorse al Mezzogiorno. Sono d’altronde le stesse modalità con cui si tentò di portare avanti l’autonomia differenziata. Soltanto che, quando si parla di autonomia differenziata o di Livelli essenziali di Prestazione (Lep), alle regioni settentrionali il criterio della spesa storica va anche più che bene. È l’eliminazione di qualsiasi principio di coesione territoriale, sacrificato sull’altare della concorrenza spietata tra territori.

Risulta allora quasi logico che, tra i nuovi criteri di riparto selezionati, sia stata inserita la Produzione lorda vendibile. D’altronde è da Regioni come Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna che proviene la gran parte del Plv nazionale. Eppure, è proprio nelle regioni del Nord che a un’alta produzione agricola corrisponde un elevato utilizzo di pesticidi e sostanze dannose per l’ambiente. Al contrario in Sicilia, benché la produzione sia minore rispetto alle regioni sopraelencate, vi è la più alta percentuale di agricoltura biologica in Italia. Una maggiore attenzione alla qualità del prodotto in contrapposizione alla maggiore produzione delle regioni del Nord. Uno scambio che vale la candela e su cui si dovrebbe investire ancor di più, per incentivare politiche agricole all’insegna della sostenibilità ambientale. E invece, nelle logiche dello Stato italiano, è sempre al Nord che si deve guardare: il Nord che produce incessantemente, alla faccia dell’ambiente e del benessere degli altri territori.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *