Akragas: la più bella città dei mortali

Akragas: la più bella città dei mortali

Questa domenica continuiamo il nostro viaggio tra le località siciliane e andiamo a visitare l’antica Agrigento e la Valle dei Templi, che con i suoi 1300 ettari si aggiudica il titolo di più grande sito archeologico al mondo. Famoso per gli importanti templi dorici del periodo ellenistico, esso è anche uno dei siti meglio conservati al mondo. Nel 1997 è stato inserito nella lista dei patrimoni dell’umanità (UNESCO).
La sua storia inizia nel VI sec a.C., con la fondazione della polis di Akragas.

STORIA

Costruita su un altopiano non lontano dal mare, la polis nasce come colonia di Gela e prende il nome dall’omonimo fiume che bagnava quelle terre.
Akragas diventò presto una delle più grandi e potenti poleis del mondo mediterraneo. Sicuramente la sua posizione strategica ne determinava la ricchezza. Il territorio era infatti già noto ai mercanti di Micene poiché si trovava lungo la rotta verso l’occidente e l’Africa. Ciò la portò ad essere molto competitiva con le città vicine. In particolare, entrò in competizione con Siracusa e Cartagine, e proprio contro quest’ultima vinse una battaglia nel 480 a.C. sotto il comando del tiranno Terone.
La polis raggiunse il suo massimo splendore nel V sec a.C. con la costruzione dei primi templi, eretti lungo la cinta muraria che ne delimitava i confini.
Nel 210 a.C., dopo la seconda guerra punica, la città entrò a far parte del territorio romano e prese il nome di Agrigentum .
Con l’avvento del cristianesimo divenne poi sede episcopale, e durante questo periodo cominciò un lento declino che portò a un forte spopolamento e impoverimento.
Nel 829 a.C. venne infine conquistata dagli arabi e chiamata Kerkent o Girgenti,

La sua storia, il suo patrimonio artistico e il paesaggio che la circonda hanno sempre ispirato scrittori come Pindaro, il quale la definì come «la più bella città dei mortali ». Nel XVI e nel XVII sec. divenne meta di studio ambita per storici e topografi, e famose sono le pagine del Gran Tour di Goethe che rimase particolarmente affascinato da questa località.

I TEMPLI

Riportiamo qui una breve descrizione di alcuni dei templi più suggestivi del Parco.

Il Tempio dei Dioscuri: simbolo di Agrigento, ad oggi rimangono solo quattro colonne che mantengono un angolo della trabeazione. La struttura fu ricostruita nell’800 recuperando parti di epoche diverse rinvenuti nell’area.

Il Tempio di Zeus Olimpio: esso doveva essere il più grande tempio dorico dell’Occidente, come dimostrano le sue fondamenta e l’altare monumentale. Era alto 30 metri e tra le colonne del tempio si trovavano 38 statue gigantesche dette telamoni, una delle quali è conservata oggi nel museo archeologico di Agrigento.
Le statue rappresentavano i prigionieri cartaginesi catturati dopo la battaglia di Himera del 480 a.C., in onore della quale fu eretto il tempio.

Il Tempio di Eracle: costruito nel VI sec a.C., è il tempio più antico della polis. Quello che vediamo oggi è una ricostruzione di 9 delle 38 colonne originali effettuata con le parti originali ritrovate nell’area.

Il Tempio della Concordia: in origine dipinto con intonaco bianco candido, ad eccezione del fregio e del timpano, colorati di rosso e blu, è uno dei templi in stile dorico meglio conservato al mondo, insieme al Partenone.
Nel VI sec d.C. fu tramutato in chiesa cristiana e così riuscì a scampare ai saccheggi e ai danneggiamenti che dovettero subire gli altri templi, ormai in stato di abbandono.

Il Tempio di Giunone: edificato nella seconda metà del V sec a.C., nel 406 a.C. venne saccheggiato e dato alle fiamme dai cartaginesi. In età romana la struttura fu ristrutturata, ma segni dell’incendio sono ancora visibili tra le pareti della cella. Rimane uno dei templi meglio conservati della Valle, conservando ancora circa 30 colonne, di cui 16 con capitello.

ALTRI MONUMENTI

Poco distanti dalla città antica, si possono visitare le necropoli di origine greca, romana e paleocristiana. Ricordiamo anche la Tomba di Terone, un sepolcro monumentale attribuito erroneamente all’omonimo tiranno di Agrakas.

Il sito conta anche di acquedotti e, nelle zone residenziali, di mosaici e basiliche risalenti all’età paleocristiana.

L’ultima scoperta archeologica è avvenuta nel 2016 con il ritrovamento, dopo secoli di ricerche, del teatro greco. Esso è situato nella zona sud del centro della polis, quella che tra tutte ha subito più modifiche nel corso dei secoli.

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