Alternanza scuola-lavoro: non dimentichiamo le vittime del sistema!
Nel pomeriggio di mercoledì 14 a Catania il gruppo giovanile Spine nel Fianco ha organizzato una commemorazione per Giuseppe Lenoci, lo studente sedicenne che il 14 febbraio dello scorso anno ha tragicamente perso la vita in un incidente durante le ore di PCTO.
La critica al sistema della formazione
A un anno esatto dalla sua scomparsa, le studentesse e gli studenti catanesi hanno ricordato il ragazzo e tutte le altre vite spezzate durante le ore di PCTO, organizzando una fiaccolata sotto la sede dell’I.N.A.I.L (Istituto Nazionale Assicurazioni Infortuni sul Lavoro). L’istituto, poco tempo fa, ha negato il risarcimento dei danni alla famiglia di Giuliano De Seta, il terzo studente che ha perso la vita in alternanza. La scelta del luogo è simbolica, denuncia l’indifferenza dello Stato e il silenzio colpevole delle istituzioni che hanno già dimenticato le loro responsabilità, «Allora non smetteremo mai di ricordagliele e riaffermare quello che pensiamo», replicano gli studenti e le studentesse.
I manifestanti, provenienti da scuole e università, mettono in chiaro come tutto l’apparato del sistema formativo non funzioni e vada trasformato completamente. Tutto andrebbe rivisto e ricostruito insieme a chi il mondo della formazione lo attraversa e lo vive ogni giorno sulla propria pelle. Feroce la critica all’alternanza scuola-lavoro, un modo di fare scuola che si basa sulla mentalità che il fine della formazione debba essere preparati a fare carriera, a trovare un posto di lavoro, un impiego.
L’interesse pare quello di privatizzare il mondo della formazione, come unico obiettivo quello di normalizzare lo sfruttamento (minorile in questo caso) e il morire di lavoro. Pare proprio che Stato e imprese vogliano dire: “fateci pure il callo sin dalla giovane età, che tanto sono cose che possono capitare persino al vostro compagno di banco”.
L’appello degli universitari:«NON CHIAMATELO CASO ISOLATO»
A questa iniziativa hanno partecipato anche studenti e studentesse universitari/e, che hanno contribuito alla discussione mettendo in correlazione il recente suicidio avvenuto all’università milanese IULM al tema della giornata.
Riportiamo le loro parole:
«Siamo qui davanti alla sede dell’INAIL per mettere in chiaro che, non soltanto l’ambito della scuola, il mondo universitario e tutto l’apparato del sistema formativo è marcio!
[…] La scorsa settimana, abbiamo assistito all’ennesimo suicidio a causa delle responsabilità dell’università. Rifiutiamo la retorica disgustosa e colpevolizzante della debolezza individuale, non è chi non regge più un sistema inumano ad essere sbagliato.
Lo è il sistema universitario basato sulla competitività feroce, sulla fretta, sulle pressioni sociali, sulle tasse che crescono se non rispetti i tempi imposti dall’alto;
Il sistema universitario incentiva l’ansia, ci spinge alla depressione e ci rende indifferenti anziché critici rispetto al mondo;
Per questo non vogliamo parlare di caso isolato e nemmeno di atto estremo, perché poteva esserci qualunque studentessa o studente universitario al suo posto, perché viviamo tutti la stessa vita;
Quello che vogliamo concretamente dall’università oggi è che si esprima chiaramente sulla necessità di discutere seriamente di salute all’interno dei suoi spazi, che ascolti le esigenze degli studenti e delle studentesse.
In secondo luogo vogliamo che il sistema universitario venga modificato a partire dalle sue fondamenta: aspettative e ansia, produttività, pressione sociale, gerarchia, status…
La nostra vita come studenti e studentesse non può essere schiacciata da tutto questo, la dignità dello studio e della formazione non può essere misurata su quanti esami riusciamo a dare. Non possiamo rimanere indifferenti»
Le studentesse e gli studenti, dalle scuole alle università, chiedono a gran voce che il sistema cambi.
Bisogna porre l’accento su temi delicati quanto fondamentali come la salute mentale, troppo spesso destabilizzata dalle aspettative, dalle pressioni, dalle richieste deumanizzanti e alienanti che il mondo universitario fa agli studenti e alle studentesse.
Scuola e università, le rivendicazioni
Le richieste principali sembrano fare capo al rifiuto del sistema della formazione attuale.
Il messaggio è chiaro: l’unica via è rifiutare questo sistema inumano; non trattare questi avvenimenti come casi isolati per costruire insieme delle alternative al modello attuale di formazione.
Un pezzo fondamentale è la richiesta di porre l’accento sul tema della salute mentale, troppo spesso bistrattato dal mondo della formazione stesso che tratta studentesse e studenti come macchine, alienandoli.
Unanime è la pretesa che l’alternanza scuola-lavoro (ora PCTO) venga abolita, poiché ritenuta inutile, pericolosa e basata su presupposti sbagliati. Lo ricordano lo striscione appeso durante la fiaccolata ed i manifesti affissi sui muri dell’INAIL dagli studenti: «Vogliamo giustizia per Giuseppe! Aboliamo l’alternanza scuola-lavoro»