Cara di Mineo: via i migranti, tornano i militari
E’ stato chiuso il Cara di Mineo, il centro d’accoglienza più grande d’Europa. Il leader leghista aveva fatto della struttura il proprio cavallo di battaglia, minacciandone più volte la chiusura.
La struttura viene progettata negli anni ’80 come residence per i militari presenti in questo angolo dell’isola. Si sceglie un grande appezzamento di terreno all’interno del comune di Mineo. Un punto logistico favorevole ai bordi della statale che collega Caltagirone con Catania e dunque raggiungibile facilmente sia dalla base militare di Sigonella che dal capoluogo etneo. I lavori partono solo nel 1997 e risultano affidati alla ditta Pizzarotti S.p.A, società del Nord vicina alla Lega. Diventa un vero e proprio villaggio nel cuore della campagna siciliana. Al suo interno non solo alloggi, ma anche supermercati e strutture sportive, tutto adatto per ospitare intere famiglie. Gli americani alloggiano qui per quasi un decennio, ma nel frattempo la guerra fredda finisce, le esigenze abitative per i soldati si fanno meno stringenti e a poco a poco i marines e le loro famiglie lasciano il Residence degli Aranci. Nel 2010 il governo statunitense annuncia l’intenzione di non rinnovare il contratto di locazione, che scade nell’aprile dell’anno successivo.
E’ da questo momento che le vicende di questo territorio della campagna siciliana si intrecciano con un altro evento storico. Proprio all’inizio del 2011 il nord Africa inizia a vivere uno dei momenti più difficili, scoppiano le primavere arabe e Lampedusa e la Sicilia diventano meta di una grave emergenza migratoria.
Come abbiamo già ricordato in un altro articolo (http://www.antudo.info/lega-salvini-commissariati-scuole/), a questo punto entra in gioco il Governo Berlusconi. L’allora Ministro degli Interni – il leghista Maroni – a seguito di numerosi sbarchi di migranti nell’isola, spinge per far diventare il residence un centro di accoglienza, facendo così, un favore all’amico imprenditore. La società Pizzarotti riceverà dallo Stato un indennizzo di 6 milioni di euro per l’affitto. Da adesso in poi la struttura diventa nota come “Cara di Mineo”.
Proprio il nuovo leader della Lega, Matteo Salvini, attuale Ministro degli Interni, a distanza di 8 anni, grazie al decreto sicurezza, riesce ad ottenere la chiusura del centro d’accoglienza. Occasione per una nuova passerella, Salvini qualche giorno fa è venuto in Sicilia per festeggiare l’inaugurazione di un commissariato e la chiusura, appunto, del Cara di Mineo.
La chiusura del centro ha costretto i migranti a spostarsi altrove e ha sollevato diverse polemiche, sia da parte dei lavoratori impiegati nel centro, che hanno perso il posto di lavoro, sia da parte dei locali. Il Cara era diventato, infatti, parte attiva dell’economia del piccolo comune dell’entroterra catanese. La grossa società S.p.A Pizzarotti può, invece, dormire sonni tranquilli. Gli interessi dei grandi imprenditori del Nord sono sempre tutelati. La ditta con ogni probabilità non resterà con il cerino in mano.
Per il Cara si prospetta, infatti, già un nuovo futuro. O, per meglio dire, un ritorno al passato. La proposta arriva dal presidente (grillino) della commissione Difesa, Gianluca Rizzo. Trasformare l’ormai ex Cara di Mineo in un polo addestrativo e di formazione per le forze armate, questa l’idea. «C’è stato un sopralluogo da parte dei tecnici delle forze armate al fine di valutare gli spazi e le aree del Residence degli Aranci per tale finalità. Sembra che questo primo step non abbia dato risultati favorevoli. Faccio notare però che il sopralluogo è avvenuto quando erano ancora presenti alcuni ospiti e la partita dell’accoglienza non era definitivamente chiusa. Continuo a ritenere valida la mia proposta» queste le sue dichiarazioni.
Non si sa ancora se la proposta si concretizzerà, ma si può affermare con abbastanza sicurezza, che quando c’è di mezzo una grossa società imprenditoriale del Nord e la Lega, una soluzione si trova sempre.