Carlo Muratori al carcere di Caltagirone canta la solidarietà.
Qualche giorno fa Carlo Muratori, cantautore siciliano, è stato protagonista di una giornata particolare dentro la Casa Circondariale di Caltagirone. Una giornata in cui studenti delle scuole del posto e detenuti si sono incontrati e hanno condiviso un momento culturale concentrato sull’identità siciliana e sulle condizioni di disagio che, molto spesso, i siciliani sono costretti a vivere.
Carlo Muratori ha sempre cantato di lotte e tematiche sociali, ha sempre cantato di solidarietà e delle condizioni di sfruttamento che vive la Sicilia. Siciliano convinto ha sempre fatto trasparire nelle sue canzoni l’attaccamento alla sua terra e l’importanza della difesa delle tradizioni e dell’identità come patrimonio, da contrapporre alle trasformazioni che alla Sicilia vengono imposte.
Tra i promotori, l’Ufficio pastorale sociale e del lavoro della diocesi della zona che ha organizzato l’iniziativa con l’obiettivo di avvicinare due “mondi” (gli studenti e i detenuti) che non comunicano perché divisi dalle leggi. Due realtà che la società allontana attraverso la costruzione di diffidenza nei confronti di chi si trova a pagare per non avere rispettato delle leggi che non prevedono il diritto a vivere una vita dignitosa.
La Sicilia vive da decenni una emergenza sociale in continua crescita. Contesti di povertà, di precarietà e di incertezza sono diffusissimi nelle metropoli e nelle città di provincia. Chi prova come può a procurarsi un tozzo di pane spesso è costretto ad andare oltre la legge. Lo stato invece di sostenere chi soffre queste condizioni, punisce senza remora e li classifica come criminali e non meritevoli di niente. In questo modo le carceri oltre che ospitare per la gran parte persone che provengono da questi contesti, diventano proprio la barriera fisica che li divide dal resto della società. Sono luoghi che disgregano e prevaricano.
Il direttore dell’ufficio ha, infatti, spiegato alla stampa che queste realtà devono conoscersi e quindi incontrarsi perché sia dentro che fuori dal carcere c’è il desiderio di cambiamento non solo personale ma anche comunitario e sociale.
Muratori si è inserito perfettamente in questa dinamica e ha funzionato da oggetto della condivisione attraverso i suoi racconti e la sua musica.