Caro bollette? Grandi profitti per i colossi dell’energia
Quando viene detto che la Raffineria di Milazzo non potrebbe sopportare la riduzione delle emissioni e le prescrizioni sanitarie poiché questo comporterebbe un sovraccarico economico per l’azienda e, di conseguenza, verrebbe messa a rischio la tenuta occupazionale bisogna rispondere con i dati economici più recenti sui profitti di Eni.
A causa dell’aumento del costo del gas, infatti, sei volte quello precedente il Covid, l’ENI ha chiuso il bilancio 2021 con 4,7 miliardi di utili (i più alti dal 2012 e il 53% in più dell’anno precedente).
I grandi profitti di ENI
Secondo i piani del Governo, inoltre, ENI potrebbe raddoppiare (da 3 a 6 miliardi di metri cubi) la quantità di gas da estrarre dai giacimenti nazionali. Ai prezzi di mercato attuali (50 centesimi al metro cubo) si tratterebbe di un aumento degli incassi, per la società controllata al 30% dal Tesoro, per 1,5 miliardi di euro, mentre a prezzo calmierato (20 centesimi al metro cubo) gli incassi aumenterebbero di “soli” 600 milioni di euro.
E nonostante la comunicazione di ENI sia incentrata sulla transizione ecologica («sosteniamo una transizione energetica socialmente equa, con l’obbiettivo di preservare il nostro pianeta e promuovere l’accesso alle risorse energetiche in maniera efficiente e sostenibile per tutti», recita il sito ufficiale della Società), questa rimane un’impresa fortemente ancorata al fossile. Nel quarto trimestre del 2021, infatti, la produzione di idrocarburi ha superato del 2,7% quelli del 2020, giungendo a 1,74 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno.
A guadagnarci sono solo le grandi imprese
Per frenare il caro bollette, d’altronde, il Governo ha varato un intervento da 6 miliardi di euro, regalati in gran parte alle imprese, mentre sono proprio le imprese a guadagnarci enormemente dall’aumento del costo del gas. Oltre ENI, infatti, anche Edison, secondo colosso dell’energia italiano, ha visto impennarsi gli utili nel 2021 e lo stesso sta accadendo alle altre grandi compagnie europee di gas e petrolio. La multinazionale britannica Shell ha avuto un utile netto di 6,4 miliardi di euro nel terzo trimestre del 2021 (55% in più rispetto all’anno precedente). Anche la British Petroleum ha superato ogni più rosea previsione con 12,8 miliardi di utile nel 2021. Stesso discorso per la francese Total, che ha realizzato utili per 15 miliardi di euro, più del record del 2008 (13,9 miliardi) e 3,9 miliardi in più rispetto al 2019.
Si registrano, dunque, tempi duri per le tasche dei consumatori, ma, soprattutto, tempi grigi per l’ambiente, mentre mai così floridi sono stati gli affari per le grandi compagnie dell’energia. Tempi ancora più duri per noi siciliani che subiamo l’inquinamento delle industrie pur avendo la benzina più cara. Bisognerebbe tenerne conto quando qualcuno, nelle piazze, cerca di mettere in conflitto il diritto alla salute con il diritto al lavoro.