Catania, occupazione assessorato: denunce ai militanti
Questa mattina, dopo l’occupazione dell’assessorato dello scorso giugno, i militanti del comitato reddito casa lavoro sono stati raggiunti dalle denunce notificate dalla Digos della questura di Catania
I “motivi”
I reati contestati sono manifestazione senza preavviso, invasione di edifici, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali. I reati si riferiscono allo scorso 22 giugno, quando i militanti hanno occupato la sede dell’assessorato ai Servizi sociali di via Dusmet, a Catania.
I militanti, già da settimane, stavano manifestando insieme alle famiglie che, durante la pandemia, non hanno mai ricevuto il Buono Spesa a loro promesso. Avevano ottenuto un incontro con l’assessore, ma senza risultati. I militanti hanno dunque deciso di occupare simbolicamente la sede dell’assessorato per farsi ascoltare.
Lo Stato prima abbandona poi reprime
La crisi sanitaria ha soltanto peggiorato una situazione economica già critica in Sicilia. Molte famiglie che vivevano in condizione di povertà, si sono ritrovate abbandonate dallo Stato. In migliaia non hanno mai ricevuto la cassa integrazione, né sussidi o i tanto promessi buoni spesa.
L’unico aiuto che hanno ricevuto è stato, come spesso accade, quello delle comunità in cui vivono che, di fronte alle difficoltà, si organizzano dal basso. Attraverso l’attivazione di spese solidali, infatti, sono riuscite a garantire almeno un piatto a tavola a molte famiglie.
Lo Stato ha deciso di rispondere all’occupazione con la repressione. Perché è questo che lo Stato italiano sa fare: abbandonare famiglie e quartieri, non erogare servizi e aiuti e poi reprimere chi lotta per ottenere ciò che spetterebbe di diritto.