Sul cavalier Puglisi ed affogamenti vari
Il Gran Cavaliere e Maestro dell’Ordine del Salvagente, Giovanni Puglisi, dice che bisognerebbe affogare tre volte i siciliani nell’Oceano Indiano – per assicurarsi che non ne resti vivo nessuno – e poi rimettere l’isola al suo posto.
Chissà perché vuole affogarci nell’Oceano Indiano, il Cavalier Puglisi, e non, che so, nell’Oceano Pacifico o nell’Atlantico. Nel Mediterraneo non verrebbe a nessuno in mente di affogare qualcuno, ci sono già a migliaia che ci affogano di loro, senza che anche il cavalier Puglisi ci metta lo zampino. Si vede che l’Indiano, al Cavalier Puglisi, ci suona esotico. O pure, ci suona incontaminato, il posto giusto per un lavacro delle coscienze e dei corpi. Magari più banalmente ci sarà andato in gita, che so, le Maldive, le Seychelles, le Mauritius – magari sono luoghi di gemellaggio dell’università Kore di Enna, di cui è rettore, e quindi per uno “scambio culturale”, che come è noto la Kore è splendido faro di civiltà, che poi sono i soliti maligni che la classificano sempre ultima tra gli atenei privati, asinello, asinello, Cavalier Puglisi.
E chissà perché vuole affogarci tre volte e non due o quattro o cinque o quaranta – che così stiamo più sicuri, che non ne resti in vita nessuno. Hai visto mai i siciliani resistano all’affogamento: d’altronde non è Colapesce che sta giù giù tra conchiglie e coralli a reggere le colonne dell’isola, e non era siciliano quello straordinario atleta che si chiamava Enzo Maiorca, che in apnea era capace di arrivare da Siracusa a Bombay, ora Mumbai?
Potrebbe, il cavalier Puglisi, senza scomodarsi di affogarci nell’Oceano Indiano, esercitarsi nella pratica del waterboarding: basta posizionare uno con i piedi e le mani legate e con la testa più in basso, mettergli uno straccio sul viso, e poi versargli acqua in bocca. Lo praticano gli sbirri di tutto il mondo, lo praticano a Guantanamo, perché non farlo in Sicilia – non è garantito il pentimento, ma l’affogamento, se uno lo fa secondo tutti i crismi, sì. E senza andare tanto lontano. Si potrebbe affogarci in house, che si risparmia pure.
Che poi, uno dice Oceano Indiano, ma vai a raccapezzarti, c’è il Mar Rosso, dentro, e il Golfo Persico e il Golfo di Oman e lo Stretto di Malacca. Dov’è, precisamente, che ci vuole affogare il Cavaliere Puglisi? Nello Stretto di Malacca? Massì, massì, sono le letture dell’adolescenza che ci danno alla testa al cavalier Puglisi, Salgari con Sandokan, Yanez, i tigrotti, cose così. La perla di Labuan.
La “perla” del cavalier Puglisi non meriterebbe commenti – d’altronde lui ci sembra uno che non affogherebbe nemmeno in un bicchiere d’acqua. Non per nulla l’hanno nominato Gran Cavaliere e Maestro dell’Ordine del Salvagente – riesce sempre a stare a galla. Anche dove non c’è acqua e la papera non galleggia, ma il Cavalier Puglisi sì. Però, ha preso piede questa cosa che chi ha un qualche titolo – ministri, presidenti, rettori – spara la sua minchiata d’ordinanza, oops, scusate, la sua gaffe, come se niente fosse. E il ministro Padoa-Schioppa che dava dei “bamboccioni”; e la Fornero che invitava a non essere troppo choosy, schizzinosi, e prendersi il lavoro come viene; e il ministro Poletti che spara a alzo zero contro i giovani che sono costretti a emigrare per avere un lavoro, e il cavalier Puglisi che vuole affogare i siciliani. E poi, come se nulla fosse. Era una boutade, una battuta, una “provocazione”. Ecco, non ci fate ridere.
Ecco, basta.