Chiusura hotspot: Musumeci porta acqua al mulino dei partiti nazionali

Chiusura hotspot: Musumeci porta acqua al mulino dei partiti nazionali
Definire l’ordinanza di Musumeci una pagliacciata è il minimo che si possa fare. Musumeci stesso merita di essere definito, a tutti gli effetti, un pagliaccio. Un pagliaccio che è, però, utile strumento dei partiti nazionali. Loro tengono in mano il telecomando e utilizzano questo grande e fumoso polverone mediatico sollevato sulla questione migranti per gonfiarsi il petto di populismo da una parte, di buonismo istituzionale dall’altra. Loro, come al solito, guardano ai sondaggi. Mica ai problemi della lontana Sicilia.

 

La voce grossa che non serve a niente

La politica continua a essere fatta di proclami e slogan. E non solo per i cosìddetti populisti. Il consenso viene costruito dai parassiti che ci governano (o che aspirano a farlo), solo attraverso la promessa o la presa di posizione. Musumeci con questa finta ordinanza ha fatto esattamente questo. Ha deciso di prendere una posizione forte, radicale: chiudere gli hotspot e i centri di accoglienza per migranti. Lo ha fatto con la certezza che questa ordinanza non produrrà nulla nella pratica.

E d’altronde, è paradossale come Musumeci faccia la voce grossa solo sul tema migranti. I turisti, che entrano in centinaia in Sicilia ogni giorno senza controlli, non li considera neanche. Certo, questi portano un ritorno economico. Ma si sa, al Presidente la salute – diritto inalienabile – interessa solo a fini propagandistici. Mica perché è davvero importante. E infatti, davanti ai soldi, questa passa in secondo piano.

D’altro canto chiudere gli hotspot è una cosa che potrebbe trovare il consenso di molti. Si tratterebbe di liberare centinaia e centinaia di persone da una condizione carceraria; si tratterebbe inevitabilmente di affrontare realmente la questione dei flussi migratori. Ma gli obiettivi sono altri. E la Sicilia, i siciliani, i migranti, sono ancora una volta utilizzati in maniera indegna, per le velleità propagandistiche e la necessità bipartisan di acquisire consenso. Insomma, continuano a giocare con le nostre vite, i nostri problemi, le nostre disgrazie.

 

Il solito vecchio schema

Era tutto perfettamente calcolato. Nell’ordine: agitare lo strumento dello Statuto siciliano – con la consapevolezza che lo Stato italiano ci si asciuga il di dietro – e annunciare lo sgombero di tutti gli hotspot nel giro di 24 ore; far diffondere la notizia su ogni tv e giornale dello stivale; fare lo stesso con le dichiarazioni della Lamorgese che confermano l’utilità dello Statuto siciliano per il di dietro del Ministro; dire che, stando così le cose, la responsabilità è dello Stato.
Uno stratagemma per fare capire una volta per tutte che non se la devono prendere con Nello se il problema persiste. Che lui gli hotspot li vuole chiudere, ma Roma glielo ha impedito. L’ordinanza è servita a questo. E non è tutta farina del suo sacco. I ringraziamenti fatti da Musumeci a Salvini, Meloni e Gelmini alla fine della conferenza stampa di questa mattina per averlo sostenuto, confermano che questa operazione non doveva essere messa a valore solo da Musumeci e la giunta regionale, ma da tutto il centro-destra. Quei ringraziamenti confermano che la paternità dell’operazione è del centro-destra italiano.

Insomma puro spettacolo in cui si dà libero sfogo ai tifosi di Musumeci e Salvini da un lato e della Lamorgese e delle leggi dello Stato dall’altro.

 

Qualche litigo e poi tutti amici come prima

Già questa mattina il Presidente siciliano ci ha tenuto a precisare che lui non cerca lo scontro con lo Stato. Non sia mai. E quindi? Cosa sarà cambiato? Cosa porterà di buono tutta questa messa in scena? A noi, ovviamente un bel niente. I partiti nazionali, come ha ricordato anche il sindaco di Lampedusa questa mattina sul suo profilo Facebook, non hanno mai fatto niente per risolvere il problema migranti. Come ci ha ricordato, gli sbarchi ci sono stati sia quando a governare era la Lega che quando a governare era il PD. I porti sono stati sempre aperti.

La farsa è eseguita da tutto l’arco istituzionale parlamentare. E ci ricorda che Lo Stato italiano non deve risolvere il problema, perché per Roma il problema non esiste. La gestione dei migranti va bene così. La finta contrapposizione tra populisti e buonismo istituzionale serve solo a evitare che le cose cambino e che a decidere siano sempre loro. Loro, contro di noi.

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