«Costruire comunità per fronteggiare la crisi». Intervista a G.A.S.
Il collettivo G.A.S. – Gruppi Autonomi Sciclitani – ha lanciato un’iniziativa di solidarietà a Scicli (RG) per offrire gratuitamente supporto a chi non può uscire di casa per fare la spesa, andare alle poste o comprare medicinali.
L’iniziativa nasce dalla necessità di rispondere alle difficoltà economiche generate dall’attuale situazione emergenziale, acuite dalle carenze istituzionali. Un’iniziativa che, lungi dal voler avere secondi fini, ha come obiettivo principale quello di creare comunità.
Il G.A.S, infatti, da quando è nato, ha sempre rivolto le sua attività al raggiungimento di questo obiettivo.
Abbiamo intervistato Giovanni Padua, referente del collettivo, per conoscere meglio l’iniziativa e più in generale il gruppo e le attività che svolge.
Com’è nato il collettivo?
Il collettivo è nato a giugno del 2020 – alla fine del primo lockdown – quando un gruppo di ragazzi, mossi dalla necessità di unire studenti, giovani precari e lavoratori di Scicli, hanno dato vita a questa nuova realtà.
Un collettivo giovanile che si muove a partire dalle specificità del territorio con l’obiettivo di creare spazi di aggregazione – soprattutto a Scicli, ma in generale nella provincia di Ragusa – in un’area in cui non esistono spazi di cultura o di socialità per i giovani, che spesso vanno via proprio a causa delle carenze esistenti.
Quali sono le azioni e le iniziative che il collettivo ha organizzato?
Abbiamo portato avanti diverse iniziative, tra cui quelle di volontariato ma anche di approfondimento tematico – come la presentazione del libro di “Si Resti Arrinesci”. Dibattiti nelle scuole e azione su tematiche inerenti al nostro territorio, soprattutto per opporci a partiti come la Lega, che niente hanno a che vedere con Scicli ma, in generale, con la Sicilia.
Da cosa è nata la necessità di organizzare questa iniziativa di solidarietà?
Scicli, al momento, è uno dei comuni siciliani con il maggior numero di contagi. Siamo venuti a conoscenza del fatto che molti dei nostri compaesani hanno avuto difficoltà ad accedere a servizi di base come fare la spesa o comprare i medicinali. Una situazione per noi inaccettabile. Per questo motivo – lontani dal voler stimolare secondi fini con proclami su testate giornalistiche o strategie elettorali – abbiamo pensato fosse il momento di impegnarsi per mantenere saldi i legami della nostra comunità.
Abbiamo così comunicato all’USCA di Scicli i nostri numeri di telefono al fine di renderci disponibile ogni qualvolta fosse necessario.
Qual è il messaggio che volete mandare?
Sicuramente che, in periodi come questi, la solidarietà è fondamentale, soprattutto se stimola il senso di comunità e permette di rafforzarla. Ma vogliamo anche sottolineare come il nostro vuole essere un modo per stimolare le istituzioni a fare di più. A esserci. Non vogliamo rappresentare una toppa, ma provare ad apportare un cambiamento reale.
Comunità. È questa la parola chiave del collettivo.
Un gruppo nato da giovani che non accettano di sottostare a chi non ha nessuna intenzione di migliorare le condizioni del proprio territorio. La pandemia ha evidenziato la scarsa capacità delle istituzioni di garantire i bisogni primari. In questo senso, creare comunità diventa oggi più che mai necessario, se non l’unica risposta possibile alle logiche che impoveriscono e svuotano i nostri territori.