“Difendiamo la nostra terra”. La Sicilia contro discariche e inceneritori.
di Salvatore Di Trapani (tempostretto.it)
La Sicilia contro discariche e inceneritori. Ieri (10 ottobre) il corteo che, coinvolgendo numerosi giovani e diverse associazioni e gruppi presenti sul territorio, ha voluto far sentire le proprie ragioni sotto il palazzo del governo regionale.
La marcia, che è stata promossa dalla Rete dei comitati territoriali siciliani, ha voluto porre principale accento sulle criticità derivate dal nuovo piano di gestione dei rifiuti e sui rischi per la salute e l’ambiente.
All’incontro hanno preso parte gli attivisti del comitato No Inceneritori-Valle del Mela, del Coordinamento per il territorio contro la Discarica Armicci, dell’ABC Bonvicino, di Antudo, del Comitato No Bertolino di Balestrate contro la delocalizzazione della distilleria Bertolino, del gruppo No Triv-Licata, del gruppo Stop Veleni di Augusta, del Comitato difesa salute e ambiente-Palazzolo Acreide, del gruppo Rifiuti Zero Lentini, del comitato No Muos e del comitato contro la discarica Motta Sant’Anastasia e Misterbianco.
Numerose le bandiere con i simboli della terra di Trinacria. Emblematica, inoltre, la scelta di numerosi protestanti di marciare con delle maschere antigas. Ad accompagnarli lo slogan “Non vogliamo morire a norma di legge“.
“Se il governo nazionale centralizza tutto il potere togliendo ogni possibilità di decisione alle comunità locali – ha dichiarato Metis da Lentini della Rete dei comitati – il governo regionale si piega mellifluo a quello nazionale e alle cordate degli speculatori che lo dominano. Confindustria e gli affaristi nazionali e multinazionali banchettano sulla nostra salute e sui nostri territori, come palesano gli ultimi decreti per le discariche o l’affare vaccinazioni”.
La protesta non si è limitata a contrastare solo le prese di posizione regionali in materia di ambiente e smaltimento dei rifiuti. Il coro di protesta, infatti, ha dato voce a diverse altre problematiche come la disoccupazione giovanile e la costante “fuga di cervelli” dal territorio.
“Malattie da inquinamento ambientale mietono sempre più vittime, il numero dei poveri aumenta arrivando a oltre 900 mila – ha aggiunto Metis da Lentini – sempre più giovani sono costretti ad emigrare per sopravvivere e, se proprio non vogliono andar via, la prospettiva è la disoccupazione, il precariato e lo sfruttamento. Uno scenario tanto reale quanto apocalittico, a cui per ultimo hanno contribuito il governatore Rosario Crocetta, la sua giunta multicolore, così come Confindustria e le bande di affaristi consorziate. Per non parlare, poi, delle prese di posizione delle Soprintendenze, come ad esempio quella di Micali di Messina, sull’inceneritore nella Valle del Mela, o dei responsabili ASL che, come nel caso di Lentini, se ne infischiano della salute dei cittadini”.
Precise le richieste avanzate, dalla redazione di un piano rifiuti adeguato alle esigenze dei vari comuni ad un incentivo del riciclo già in fase di produzione per poi arrivare allo stop totale alla realizzazione di discariche private.
“Occorre costruire politiche di tutela ambientale e sociale dei territori – hanno concluso gli attivisti – Non vogliamo più morire di inquinamento e non vogliamo più emigrare per tentare di sopravvivere. Il Governo italiano vuole imporre un sistema centralizzato nazionale di gestione dei rifiuti e togliere alle comunità il diritto di parola e di decisione. Tutto ciò è inaccettabile, la nostra sarà una protesta dura e tenace”.
Nel corso dell’ultimo anno sono state numerose le manifestazioni collaterali, sul territorio. Nel messinese le principali hanno riguardato, soprattutto, la realizzazione dell’inceneritore della Valle del Mela. Lo scorso maggio, inoltre, è stata portata avanti una grande manifestazione di carattere presso il comune di Lentini, contro la discarica di contrada Armicci.